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Cecchettin, Vittorio Feltri fulmina la femminista: "Patriarcato? Tutte balle"

Luca De Lellis
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Per la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne sono scese in piazza decine di migliaia di madri e figlie italiane. Hanno invocato e rivendicato le proprie libertà, l’assenza di protezione, ma anche le tanto discusse culture maschiliste e patriarcali che affliggono il nostro Paese. Ma l’esistenza di questi modelli secondo Vittorio Feltri, intervenuto come ospite nella trasmissione di Rete 4 Stasera Italia weekend, non corrisponde alla realtà quotidiana. E il direttore editoriale de Il Giornale lo ha ribadito di fronte alla deputata femminista di Sinistra Italiana, Celeste Costantino: “Nel 90% delle case italiane – sostiene l’ospite del conduttore Augusto Minzolini – comandano le donne. Quindi non riesco bene a capire perché si parli di patriarcato. Se mai parlerei di matriarcato, perché sono le donne che comandano, anche nell’allevamento dei propri figli”. Feltri non crede che si possa fare di tutta l’erba un fascio: “Cosa c’entriamo noi poveri uomini che veniamo definiti patriarcali, sono tutte balle”.

 

Il filone di proteste e mobilitazioni è stato sospinto anche e soprattutto dall’ultimo femminicidio di Giulia Cecchettin, uccisa dall’ex fidanzato Filippo Turetta, proprio oggi riportato in Italia da Halle, dove era detenuto dopo essere stato catturato in Germania. Ora sconterà il carcere a Verona, in attesa del processo. Alle manifestazioni hanno partecipato tra gli altri, anche la segretaria del Pd Elly Schlein e il leader dei 5 Stelle, Giuseppe Conte. Ma, a opinione di Feltri, “in questa vicenda di Giulia parlare di destra e di sinistra è sbagliato”. Anzi, ammette il direttore, “non credo che la politica c’entri con i delitti mostruosi come questo”. Nell’ondata emotiva che ha seguito quest’ultima violenza, si è dibattuto a lungo sul ruolo che dovrebbe ricoprire la scuola nella formazione affettiva dei giovani. Compito che per Feltri però dovrebbe spettare alle famiglie: “Io sono convinto che la scuola riesca a malapena a insegnarci la storia e la geografia, mentre l’educazione dovrebbe essere impartita dalle famiglie”.

 

Tuttavia, e qui giace la denuncia di Feltri, la tendenza è sempre più quella di un abbandono di questo ruolo da parte dei genitori. “Ma le famiglie non fanno questo tipo di operazione, perché quando ci si riunisce a tavolo uno guarda la televisione, i ragazzi stanno con il telefonino e la madre spadella”: il problema, quindi, “è che non ci si parla più”. Insomma, per Feltri tutto sta nella dinamica familiare, nella costruzione di un dialogo che possa insegnare i valori sentimentali, come il fatto che una donna va rispettata e che qualsiasi tipo di abuso violento è un crimine. Alla scuola non si può attribuire una mansione più grande di lei, onde evitare solo ulteriore confusione.

 

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