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Otto e mezzo, Sechi spiazza Gruber: "Meloni ti ha risposto con la sua storia"

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Dopo il tragico caso di Giulia Cecchettin che ha scosso l'Italia si torna a parlare di patriarcato nella puntata di martedì 21 novembre di Otto e mezzo. Lilli Gruber ieri aveva dedicato un commento a Giorgia Meloni: "Ci tiene a essere chiamata il presidente del Consiglio, un mistero della fede per me, sarà anche questo una cultura di destra patriarcale". Frase che ha spinto la premier a replicare: "Ora la nuova bizzarra tesi sostenuta da Lilli  Gruber nella sua trasmissione di ieri sera è che io sarei espressione di una cultura patriarcale. Come chiaramente si evince da questa foto che ritrae ben quattro generazioni di ’cultura patriarcale' della mia famiglia. Davvero senza parole", ha scritto Meloni sulla sua pagina Facebook, postando una foto della sua famiglia, tutta composta da donne. 

 

In studio tra gli ospiti c'è il direttore di Libero, Mario Sechi, già portavoce di Palazzo Chigi, che risponde a Gruber secondo la quale è inaccettabile che la premier attacchi una giornalista. Sechi ricorda che "Meloni risponde a un'opinione, la tua, con la sua storia. Questo è un dato di fatto", afferma il giornalista spiegando che non vede un attacco personale a Gruber. "Tu hai detto, sostanzialmente, che Meloni è un esempio del patriarcato" e la premier ha risposto, dice Sechi. La conduttrice ribatte respingendo questa sintesi delle sue parole e afferma che non si trattava di una domanda a Meloni. "Tu hai espresso il tuo punto di vista e il presidente del Consiglio o la presidente del Consiglio, se preferisci, ha espresso il suo dicendo 'io non sono affatto come vengo dipinta, guardate la storia della mia famiglia'", sintetizza Sechi, "questo non lo si può contestare".

 

Dopodiché "c'è una questione che riguarda lo scenario politico, in cui la sinistra in questo momento dice che il patriarcato è di destra e dunque c'è un certo clima, un certo humus che favorisce alcuni reati". Insomma, una "una strumentalizzazione politica che non ha motivo di esistere", argomenta il direttore. Gruber allora tiene il punto: "Qui non vengono fatte strumentalizzazioni politiche, non è stato discusso della biografia di Giorgia Meloni ma della cultura politica che esprime che esprime", che include, è la stoccata finale della conduttrice, "anche il fatto di poter intimidire i giornalisti. Ma abbiamo le spalle larghe". 

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