Storia strumentalizzata?
Cecchettin, Specchia smonta i teoremi sul patriarcato: "Di tutta l'erba un fascio"
Tiziana Panella, la conduttrice di Tagadà, ha interpellato Francesco Specchia dopo aver letto in diretta un passaggio delle parole scritte da Francesco Piccolo. "La fragilità ci rende spaventosi, noi maschi; tanto quanto ci rende spaventosi la violenza; soltanto nei maschi queste due caratteristiche sono legate. È attraverso questo che bisogna parlare, lo si voglia o no", ha recitato la giornalista, riproponendo appunto un commento dello scrittore sull'urgenza di una discussione sulla violenza di genere. La storia di Giulia Cecchettin, la ragazza scomparsa insieme all'ex fidanzato e poi ritrovata morta una settimana dopo, ha riacceso il dibattito sui femminicidi e sulla necessità di un'educazione ai sentimenti.
"Sono d'accordo sul fatto che siamo di fronte a qualcosa di orribile, di terrificante, di spaventoso e mi ha anche molto emozionato l'azione dei ragazzi, un memento per le vecchie generazioni affinché aiutino le nuove a non cadere nel baratro": questa la premessa di Francesco Specchia. Poi la firma di Libero è andata dritta alla questione: "Nel caso di Piccolo, io credo che ci sia una sorta di estremismo del patriarcato. C'è anche un patriarcato buono", ha detto.
"Non mi sento di sottoscrivere quello che dice Piccolo perché il complesso di colpa va benissimo, ma dobbiamo sempre rimanere con i piedi per terra. La responsabilità penale è sempre personale. Non mi sento di dover chiedere scusa nei confronti dell'altro sesso perché credo di aver educato i miei figli al rispetto, soprattutto delle donne", ha continuato il giornalista. Il punto, secondo Specchia, è che fare di una vicenda di cronaca un tema politico è un errore: "Vanno bene le manifestazioni purché non siano strumentalizzate. Il mio timore è che si tenda a fare di tutta l'erba un fascio e di prendere la situazione di Giulia e di trasformarla in un qualcosa di politico", ha concluso.