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Giulia Cecchettin, stupore a In Onda: Tomaso Montanari tira in ballo la guerra

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Gabriele Imperiale
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La guerra e l’omicidio di Giulia Cecchettin: cosa hanno in comune? Lo ha spiegato Tomaso Montanari a In Onda su La 7. Ospite di Luca Telese e Marianna Aprile, lo storico d’arte stupisce gli spettatori: “la guerra ha molto a che fare con ciò che diciamo quando parliamo dell'uccisione delle donne da parte dei maschi”. 

“Noi ci diciamo continuamente che l'Occidente ha dei valori – attacca Montanari – e una parte dell'establishment occidentale ci dice che grazie a questa nostra civiltà noi avremmo il diritto di un dominio, di un possesso, di un indirizzo, come se fossimo i registi buoni del mondo”. “Io credo che questa idea di dominio – spiega il professore – sia proprio quella che dentro la nostra famosa società occidentale disegna una parte più ristretta in cui c'è un dominio ulteriore, il dominio dei maschi sui corpi delle donne”.

 

Il rettore dell'Università per stranieri di Siena entra ancora di più nello specifico: “il controllo esercitato attraverso la violenza non è separato dalla guerra – dice – credo che dovremmo fare delle riflessioni molto profonde e profondamente autocritiche” perché sottolinea: “se un ragazzo maschio cammina per le strade del nostro paese, incontra monumenti a militari, a politici, a potenti: tutti maschi e tutti vestiti, pochissimi sono i monumenti dedicati alle donne”. 

La nostra società, secondo Montanari, “produce un'immagine orribile del rapporto fra maschi e femmine e siamo ancora in quello che si chiamava, il dominio maschile”. Dominio che sarebbe “venuto fuori terribilmente con questo amore per la guerra che siamo riusciti ad esprimere”. E noi come collettività, secondo il professore, “invece di celebrare la nostra famosa identità culturale con una clava per dire che siamo superiori, dovremmo cominciare a decostruire”. 

 

Dopo aver chiamato ad esempio l’Apollo e Dafne di Gian Lorenzo Bernini – un’opera “mai raccontata veramente” perché non è mai stato messo l’accento su fatto che ritrae uno stupro – un ultimo critico richiamo alla nostra società: “invece di andare a salvare le civiltà altrui, uccidendo e distruggendo e volendo imporre i nostri famosi valori che in gran parte sono bacatissimi dentro e che poi nelle nostre società portano anche alle cose che abbiamo visto (il riferimento è all’omicidio di Giulia Cecchettin) credo che dovremmo cominciare ad avere uno sguardo di questo tipo anche nel discorso pubblico mainstream”. E pensare che “quello che è successo, è un problema di cultura – e, aggiunge Montanari – non lo si risolve con la repressione come immediatamente pensa il ministro Salvini. Buttare via la chiave non è la strada”.

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