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Augias a La7, veleno sul governo. E dalla Rai: "Ha fatto tutto da solo"

Quando è entrato in Rai Corrado Augias a Palazzo Chigi c'era niente meno che Amintore Fanfani. Tuttavia solo con il governo di Giorgia Meloni il giornalista 88enne ha deciso di dire basta. Ieri ha annunciato al Corriere della Sera che lascia la Rai per un condurre su La7 un programma dal titolo simile a quello che lascia nel servizio pubblico. Oggi con un lungo articolo su Repubblica argomenta ulteriormente la sua scelta. "Non è solo questione di fascismo o non fascismo, le cose sono più delicate di così", premette ricordando della Rai di una volta, di quando "Fabiano Fabiani fondò e diresse la direzione centrale dei programmi culturali (siamo negli anni Settanta)" e "scelse come collaboratori cattolici e socialisti, comunisti e non credenti".

 

Dopo alcune digressioni, Augias entra nel vivo: "Nella Rai del governo a trazione FdI è chiaro che della comprensione dei fenomeni poco importa. Affiora dalle dichiarazioni di certi responsabili uno sgradevole spirito di rivalsa; è come se ci si volesse rivalere per essere stati defraudati di un diritto troppo a lungo sottratto con la forza o con la frode". Per il giornalista il centrodestra vuole "rovesciare" la "nostra storia dal 1948 (data di nascita della Costituzione) ad oggi. Tutto questo è molto diverso dalle varie ondate di occupanti che ho visto arrivare in Rai governo dopo governo".

 

Augias rimpiange la Rai di una volta, sempre lottizzata ma non dalla destra, e attacca il governo che definisce incompetente e approssimativo. "Questo mi ha spinto fuori dalla Rai senza bisogno che qualcuno mi chiedesse di accomodarmi. È stato un gesto volontario che ha una possibile coda", spiega. Le conseguenze sono che i telespettatori del servizio pubblico potrebbero non godere della terza edizione de “La gioia della Musica”. "Vedremo che sorte avrà il progetto. Se fossi stato più giovane sarei rimasto cercando, se possibile, di riequilibrare un po’ la deriva. Però sono vecchio e vorrei continuare a lavorare, fin quando avrò sufficiente consenso, con persone amiche in un ambiente cordiale", afferma. Tuttavia, fonti Rai citate dal Giornale mettono alcuni puntini sulle i. In primis, i vertici dell’azienda "non hanno mai messo in discussione" il programma di Augias, Babele, il cui omologo su La7 partirà a brevissimo. Insomma, "ha deciso tutto da solo".