sinistra al palo
Stasera Italia, Capuozzo rompe la narrazione di sinistra sui migranti: “E’ offensivo”
Il prossimo anno circa 40mila migranti destinati ad arrivare sul territorio italiano saranno invece dislocati in Albania dove saranno realizzate due strutture di ingresso e accoglienza temporanea. Sono questi i numeri che caratterizzano il protocollo d’intesa tra Roma e Tirana in materia di gestione dei flussi migratori siglato a palazzo Chigi dalla premier Giorgia Meloni e dal primo ministro d’Albania, Edi Rama. La notizia è commentata dal giornalista Toni Capuozzo nel corso della puntata del 6 novembre di Stasera Italia, il talk show di Rete4 condotto da Nicola Porro: “Chi parte dall’Africa e spende un sacco di soldi per arrivare in Libia, sognando di arrivare in Italia e poi dall’Italia in Germania, trovarsi in Albania è come aver sbagliato percorso di viaggio. Qualche peso ce l’ha. Secondo me è un buon colpo per Giorgia Meloni, più teatrale che effettivo, alla fine della fiera saranno tremila migranti per volta, 40mila l’anno, non è un numero strabiliante, però il colpo di scena è il fatto che davanti ad un problema che dovrebbe essere europeo, e che in realtà è solo italiano, ci viene ad aiutare l’Albania. Dove c’è un premier, Rama, socialista, non di centrodestra. Quello che dovrebbe fare l’Europa lo fa l’Albania, dovrebbe essere Bruxelles a farsi carico dei migranti, l’Italia è il luogo di sbarco, però è un problema europeo, Lampedusa è il confine dell’Europa, non dell’Italia”.
Capuozzo continua ancora nel suo discorso sui migranti, smontando uno dei teoremi della sinistra: “È un'offesa dire che tutti i migranti scappano da una guerra e dalla disperazione. Quanto costa quel viaggio? Sono stato in Libia, come fanno ad uscire dai campi di concentramento libici con i soldi per pagare gli scafisti e con telefonini che fanno invidia a quelli dei nostri figli. Sognare di venire in Europa e migliorare la propria vita è Più che legittimo, ma rispettando le regole”. “Non c’è un diritto ad arrivare in Europa?” chiede Porro, con il giornalista ed inviato di guerra che replica così: “No, non è un diritto. C’è un diritto ad essere salvato, un dovere nostro a salvare in mare, e guai a rinunciarci, ma non è un diritto arrivare in Europa”.