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Feltri infilza Conte lo "splendido": il suo scivolone peggio dello scherzo a Meloni

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Giorgia Meloni da dieci e lode in politica estera anche dopo il caso dell'imboscata telefonica dei due comici russi. Lo stesso non si può dire per altri che l'hanno preceduta a Palazzo Chigi. Vittorio Feltri nella sua Stanza sul Giornale risponde a un lettore che gli chiede conto del caso di questi giorni, la telefonata-fake con un esponente dell'Unione africana che in realtà era un "prankster" russo. "Ho difficoltà a comprendere il motivo per il quale oggi ci si stupisce e ci si scandalizza per questo scherzetto fatto a Giorgia Meloni", afferma il direttore editoriale del quotidiano, ricordando che "non è stato un errore del premier, ma di qualcuno dello staff che ha passato la chiamata senza eseguire i dovuti accertamenti, almeno suppongo che ci sia stato un minimo di superficialità".  Senza contare che i due russi sono riusciti a fare scherzi analoghi con capi di Stato e di governo.

 

Tra i critici più severi c'è Giuseppe Conte, ma verrebbe da dire: da quale pulpito. "Vive la frustrazione dell'essere decaduto", premette Feltri che ricorda un vecchio scheletro nell'armadio del capo del Movimento 5 Stelle. "Non mi scuote che Meloni abbia conversato con i comici credendo che fossero davvero chi sostenevano di essere, salvo quel dubbio che l'ha sfiorata, come ella stessa ha spiegato. Mi scuote di più un premier che trucca il curriculum inserendo esperienze formative all'esterno, ovvero negli USA, le quali non sussistono. Quindi Giuseppi faccia meno lo splendido e rifletta sui suoi di scivoloni e sulle sue magre figure", commenta Feltri che promuove con un "dieci e lode" la politica estera di Meloni riconoscendole, tra l'altro, che quanto affermato nella telefonata fake sulla guerra in Ucraina è del tutto condivisibile. 

 

Il rifermento al Cv è a un articolo del New York Times che, prima che Conte diventasse premier, aveva verificato che un frase ivi contenuta ("dall'anno 2008 all'anno 2012 ha soggiornato, ogni estate e per periodi non inferiori a un mese, presso la New York University, per perfezionare e aggiornare suoi studi") non trovava riscontro. "Una persona con questo nome (Giuseppe Conte, ndr) non compare nei nostri archivi come studente o membro di facoltà", rispose l'università al giornalista Jason Horowitz

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