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Piazzapulita, “Regina Giorgia”. Formigli all'assalto contro Meloni

Gabriele Imperiale
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Corrado Formigli suona la carica dell’opposizione a Giorgia Meloni. Lo fa a Piazza Pulita, il talk show che conduce da anni su La 7, nel suo lungo editoriale d’apertura. L’attacco a Meloni arriva sulla riforma costituzionale del premierato. Dopo aver citato un discorso del Presidente del Consiglio, inizia la sua filippica: “finalmente un governo che governa, un governo investito dal popolo” esordisce il conduttore “e allora la domanda sorge spontanea: a che serve al governissimo Meloni una riforma costituzionale che introduca il premierato forte?”. Nonostante siano ancora indiscrezioni, Formigli fornisce già un quadro della riforma che il Governo vorrebbe sottoporre all’esame delle camere: “il disegno del governo è questo, non il presidenzialismo classico” spiega “il capo del governo direttamente eletto dal popolo, un unicum nel mondo” sottolinea. Perché dice Formigli “non esiste nessuna democrazia che abbia adottato questo sistema, chissà perché” si domanda.

 

 

Conduttore che disegna anche un’ombra sul progetto di riforma della maggioranza di centrodestra: “il pretesto col quale non si introduce il presidenzialismo – bensì il premierato forte – è quello di non disturbare Mattarella, di non farlo arrabbiare”. Formigli che commenta sarcastico “voi ve lo immaginate l'inquilino del Quirinale che fa qualche critica o che decide di non firmare e controfirmare una legge? Vi immaginate che cosa si sentirebbe dire dalla premier eletta dal popolo Giorgia Meloni?” e si lancia anche in un’ipotetica e improbabile reprimenda della leader di Fratelli d’Italia al Colle: “E a te Mattarella chi ti ha eletto?”. Ipotesi su ipotesi. “Ma c'è di più” continua Formigli. “Con l'attuale legge elettorale, la coalizione che vince si prende il 55% dei seggi in Parlamento” e questo a prescindere “dal fatto che abbia raggiunto la maggioranza degli elettori nel paese”. Insomma “avremo un premier che invoca pieni poteri essendo stata votata da meno della metà del popolo” e “con la scusa di evitare i ribaltoni pretende che i membri di una Repubblica parlamentare obbediscano ai partiti come soldatini scordandosi l'articolo 67 della Costituzione”. 

 

 

Che per Formigli la riforma non s’ha da fare è sempre più chiaro e lo rende ancora più esplicito nel suo appello finale al Premier. “Cara Giorgia Meloni, ci ascolti. Da un anno vi vantate di aver realizzato una svolta storica nel paese. Di aver fatto in 12 mesi quello che gli altri governi non hanno fatto in decenni. Avete sfornato decreti a raffica; metterete il divieto di emendamenti e la fiducia nella legge più importante del Paese, la manovra finanziaria” l’elenco delle presunte malefatte di Meloni, secondo Formigli, è lunga “vi siete presi le commissioni parlamentari; avete occupato la Rai con una foga mai vista” e “lasciamo perdere le aziende di Stato che sono state prese d'assalto con la voracità di chi non mangiava da decenni”. Un’ammissione della debolezza delle opposizioni prima di un’ultima domanda: “Avete un'opposizione che non tocca palla. Avete dei numeri blindati. E allora la domanda è questa: si può sapere a che cosa vi serve la premier eletta direttamente dal popolo? A quali bisogni del paese, a quali urgenze risponde una riforma unica al mondo?”. Formigli, non attende e si dà già una risposta, ai limiti dell’irriverenza: “la domanda come dicevo è fintamente ingenua perché la risposta è quantomai chiara. A comandare ancora di più. A farsi acclamare Regina d'Italia, Regina Giorgia I” alle sue spalle un’immagine di Meloni “o forse dovremmo dire – visti i tempi – Re Giorgia I” chiosa.

 

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