condannati a morte
Lo schiaffo di Cecchi Paone: “Gay in corteo per la Palestina? Lì l’Islam li uccide”
«Ci sono diversi gay che nonostante il massacro compiuto da Hamas contro i civili israeliani stanno appoggiando i palestinesi e Hamas e questo è sintomo di ignoranza causata dalla non conoscenza della storia e di autolesionismo. Penso che questo fenomeno sia causato dal fatto che alcuni gay restano legati a una matrice di sinistra estrema e quindi mischiano le posizioni di estrema sinistra con il loro essere gay. È come se non sapessero che nel mondo palestinese e islamista essere gay significa essere condannati a morte». È quanto sottolinea all’Adnkronos il giornalista ed ex inviato in Israele Alessandro Cecchi Paone, commentando la posizione «anti Israele» assunta da molti gay in Italia che hanno sfilato anche in alcune piazze sostenendola causa palestinese e condannando lo Stato ebraico. «Possibile che non lo sappiano? - chiede irritato il giornalista - Possibile che se lo dimentichino? Possibile che non sappiano che Israele essendo l’unica democrazia del Medio Oriente è anche l’unico hotspot per tutti i gay del mondo che arrivano quando non c’è la guerra a milioni in Israele? Quando lavoravo a "Panorama" - ricorda Cecchi Paone - feci una intervista al sindaco di Tel Aviv nella quale lui affermò: "noi siamo sionisti e quindi della grande tradizione democratica liberale occidentale e voglio invitare i gay del mondo a fare di Tel Aviv una delle loro capitali". E lo ha deciso a tavolino! Tutti dovrebbero sapere che a Tel Aviv la spiaggia gay è sotto l’hotel Hilton, non defilata come in Italia dove ai gay riservano solo posti sperduti».
«I gay che attaccano Israele non sanno che il sionismo è una costola del movimento socialista occidentale liberale e quindi portano con loro l’insegnamento di "uguaglianza libertà e fraternità" - prosegue Cecchi Paone - che esclude ogni tipo di discriminazione anche sessuale e sono gay di estrema sinistra che mischiano l’anti-americanismo e l’anti-occidentalismo con l’antisemitismo e l’antisionismo». «Vorrei ricordare a tutti loro - racconta ancora Cecchi Paone che sposerà il compagno Simone Antolini, il 22 dicembre a Napoli - che le autorità israeliane chiamarono me assieme alla prima coppia di uomini che si sposarono in Francia e ci misero in prima fila nel gay pride di Tel Aviv in cui tutta la città diventò di colore arcobaleno. All’epoca, era il 2013, ero single ma famosissimo per la mia militanza e in Israele vedono la tv italiana perciò avevano visto "La macchina del tempo" e sapevano del mio coming out. Altra cosa meravigliosa era che quell’anno al governo di Israele c’era il Likud, partito di destra. Ma come fanno i gay a fare una protesta contro Israele? Sono basito».