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Otto e mezzo, Mieli non fa sconti a Netanyahu: “Fuori controllo, imbarazzo per Israele”

Gabriele Imperiale
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“Netanyahu è un imbarazzo per Israele”: Paolo Mieli, ospite di Otto e Mezzo su La 7, dice la sua sul premier israeliano e sulla tenuta della sua poltrona. E lo fa senza mezzi termini. “E’ fuori controllo” esordisce il giornalista alla domanda di Lilli Gruber sul perché lo abbia definito tale durante una recente trasmissione radiofonica. “Ho dato quella definizione per un episodio specifico” spiega “quel giorno in cui Netanyahu ha mandato di notte un tweet in cui sconfessava i servizi segreti” – si riferisce a quando Benjamin Netanyahu aveva twittato di non aver mai ricevuto alcuna informativa su un possibile attacco di Hamas – e “ore dopo” si è “scusato” dicendo “ho fatto un errore”.

 

 

Secondo Mieli, il primo ministro di Tel Aviv sarebbe quindi fuori controllo e per lui potrebbe tranquillamente lasciare il suo posto. O meglio, Israele potrebbe cambiare guida senza troppi patemi d’animo, nonostante la guerra in corso: “Il suo errore grosso” – di Netanyahu - è quello di “non aver ceduto il suo comando, il suo posto nel governo a Galant il 7 ottobre del 2023”. Il perché è presto spiegato: “Netanyahu è uno che viene dalla politica, l’ultima guerra l’ha fatta cinquant'anni fa”. Il ministro della Difesa invece è “un uomo che ha fatto tutta la vita nelle operazioni militari, che ha guidato l'operazione Piombo Fuso” – una vasta campagna avviata nel 2008 e conclusa l’anno successivo per colpire a fondo l’amministrazione di Hamas nella Striscia – “che fu nominato capo di Stato maggiore della difesa e che nel Marzo scorso fu licenziato da Netanyahu che contestava le sue iniziative giudiziarie”.

 

 

L’attuale ministro avrebbe quindi una biografia all’altezza per rimpiazzare, non far rimpiangere Netanyahu e guidare il paese in questa fase, a dispetto della guerra che si combatte tra le strade di Gaza. E Gruber lo sottolinea: “potrebbe essere lui allora” (a sostituire l’attuale premier israeliano). Mieli chiude il suo pensiero e non lascia scampo a Netanyahu: “Ho detto che doveva essere lui e mi auguro che a un certo punto di questa cosa sia lui. Netanyahu è un imbarazzo per Israele”.

 

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