conflitto
Israele-Onu, durissimo Lucio Caracciolo: "Guerra di propaganda"
Uno scontro improvviso quello tra Israele e le Nazioni Unite. L’ambasciatore presso l’Onu, Gilad Erdan, ha invitato il segretario generale, António Guterres, a dimettersi a causa delle sue dichiarazioni di oggi secondo cui gli "spaventosi attacchi" di Hamas all’interno di Israele il 7 ottobre non possono giustificare la "punizione collettiva del popolo palestinese". Una dinamica che secondo Lucio Caracciolo, intervenuto come di consueto a Otto e mezzo, su La7, "fa parte di questa guerra di propaganda che infesta eventi così tragici e così gravi, e che ci distoglie dai dati di realtà".
Il direttore di Limes ospite di Lilli Gruber nella puntata di martedì 24 ottobre Guterres si è limitato a ripetere quello che l'Onu "ha detto e ripetuto in tutti questi anni, nulla di particolarmente nuovo". Dal suo punto di vista l'ambasciatore israeliano e prima il ministro degli Esteri "hanno protestato, ma non cambia assolutamente nulla" e comunque questo scontro "non avrà nessuna ripercussione", spiega Caracciolo. L'esperto di geopolitica spiega che nelle Nazioni Unite, che comprendono 192 Paesi nel mondo, "Israele non sta molto simpatico" e di certo "un segretario generale dell'Onu non si dimette perché gli israeliani vogliono che si dimetta".
Sullo sfondo ci sono gli Stati Uniti. "Dentro l'amministrazione ci sono posizioni anche molto diverse, ma quella di fondo è la stessa che il presidente Joe Biden ha detto anche ufficialmente nella sua visita in Israele", riassume Caracciolo, ossia che l'America non vuole che si allarghi il conflitto. Insomma, gli Usa non sarebbero d'accordo con una mossa da parte di Israele che "dovesse scatenare qualcosa che provochi una guerra regionale o mondiale. Per il momento la linea americana è appoggio, ma non incondizionato".