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Omnibus, Hamas "in difficoltà". Cristini: il suo obiettivo è "recuperare umanità"

"Lo choc in Israele continua a essere quello di quel 7 ottobre? Naturalmente è stato sedimentato l'attacco, ma continua questa sensazione di insicurezza, che forse era uno degli obiettivi a cui mirava Hamas?", ha chiesto il conduttore di Omnibus, il programma mattutino di politica e di attualità di La7. A rispondere è stata la reporter Greta Cristini: "Assolutamente sì. C'è un sentimento generalizzato di fragilità e di minaccia, proveniente non soltanto dall'esterno ma anche dall'interno. Israele è a tutti gli effetti un Paese democratico. Nonostante l'inizio della guerra del 7 ottobre, ci sono manifestanti che scendono in piazza per richiedere al governo di rendere prioritaria la liberazione degli ostaggi. Nonostante queste voci minoritarie, la maggior parte delle persone ritengono che lo Stato di Israele debba restare compatto nel fare piazza pulita tra i leader di Hamas", ha detto.

 

 

Qual è l'umore della popolazione israeliana in merito al conflitto che ha scatenato la crisi del Medio Oriente? L'analista geopolitica ha spiegato: "Lo choc del massacro del 7 ottobre sta diffondendo un'ulteriore demonizzazione e demonizzazione dell'avversario, che è la pre-condizione per chiudere qualsiasi ipotesi negoziale. La diplomazia prova a trattare riconoscendo dignità negoziale a chi è dall'altra parte del tavolo. Il fronte popolare israeliano non lo vuole". Cristini ha chiarito meglio, facendo luce anche sul ruolo dell'Iran, altro importante attore bellico: "Hamas cerca di recuperare umanità negoziale con altri Paesi e non con Israele. Hamas sta riflettendo se mostrare un'umanità che vada a cancellare la sensazione spiacevole scatenata dai video che abbiamo visto. Credo che anche Hamas si trovi in difficoltà. Credo che Hamas si stia rendendo conto di come l'Iran non sia disposto a sacrificare Hezbollah, il movimento armato principale".