Medio Oriente, "Se Israele distruggesse Hamas?": la previsione di Fabbri
Ospite a L'Aria che tira, il programma di politica e di attualità di La7, Dario Fabbri, noto esperto di geopolitica, è tornato a spiegare che cosa sta accadendo in Medio Oriente e ha chiarito quale sarebbe, secondo lui, la reazione dell'Egitto e della Giordania se Israele distruggesse Hamas, l'organizzazione politica e paramilitare palestinese islamista che due settimane fa ha attaccato Tel Aviv. "All'Egitto e alla Giordania se Israele distruggesse Hamas andrebbe benissimo", ha detto il direttore della rivista Domino nello studio di David Parenzo.
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Fabbri ha infatti detto che l'"Egitto di Al-Sisi è uno dei principali nemici di Hamas" e che "una delle ragioni per cui non si apre il valico di Rafah è anche il timore che fuoriescano i miliziani di Hamas e si ritrovino nel Sinai". "Non è che a Il Cairo dispiacerebbe se Israele distruggesse Hamas. Il punto è la reazione emotiva dell'opinione pubblica egiziana, quella giordana è già meno importante, lo dico col massimo rispetto. L'Egitto è il Paese arabo più popoloso e ha una storia molto antica di antagonismo non tanto a Israele quanto tale ma all'interpretazione di Israele come mano lunga dell'Occidente", ha continuato l'esperto.
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"Ma il mondo arabo, che in passato è stato molto compatto nei confronti dell'avversione a Israele, oggi com'è?", ha chiesto incuriosito Parenzo. Fabbri ha risposto con nettezza di parole: "Oggi Israele ha nemici limitrofi diretti e poi intorno, verso il Golfo e verso l'Egitto, ha Paesi che non sono più nemici. Questi Paesi arabi sono stretti tra due fuochi: hanno l'Iran come loro grande antagonista da sempre e allo stesso tempo non hanno una grande passione per Israele, ma hanno scelto Israele, anche grazie al sostegno degli americani, come male minore nella loro propaganda. Rispetto ai regimi, le opinioni pubbliche faticano di più".