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Giustizia, Gratteri non si pente di una vita sotto scorta: “È pesante, ma...”
Il procuratore Nicola Gratteri domani a mezzogiorno presterà giuramento al Tribunale di Napoli e si insedierà a capo della Procura più grande d’Italia. Il magistrato, alla vigilia di un nuovo capitolo della sua vita lavorativa, si è confessato al Corriere della Sera: “Vivere sotto scorta da quasi 35 anni è pesante. Ci sono giorni in cui si soffre di più, viene la sindrome da soffocamento a non poter fare una passeggiata da soli, non poter andare in bicicletta, non uscire in moto. Penso di non fare un bagno al mare da 25 anni”.
“A proteggermi - racconta Gratteri - ci sono otto-dieci persone fisse, di più non è possibile. A questi si aggiungono quelli che quando mi sposto fanno i controlli, le bonifiche, portano i cani per sentire l’esplosivo. È abbastanza asfissiante. Mi costa tantissimo sul piano psicologico, bisogna avere nervi d’acciaio”. Ma alla domanda se sia mai andato dallo psicanalista, il procuratore risponde così: “Ci vado ogni domenica, il mio psicanalista è l’orto, lavorare la terra, piantare zucchine e cetrioli, in questo periodo cavoli, broccoli, bietole, raccogliere le olive. Domenica scorsa sono stato 12 ore sul trattore per trinciare l’erba”.
Gratteri si apre col giornalista e spiega di aver fatto arrestare anche amici di infanzia: “Sì, molti studenti erano figli di capi della mafia. Sono spinto dalla convinzione che quello che faccio serve, è utile alla collettività. La libertà non è andare in bici o farsi un bagno al mare. La libertà è stare anche per un anno sotto una pietra, fermo, immobile, ma poi poter dire quello che si pensa e guardare tutti negli occhi”. Poi uno sguardo al nuovo incarico: “A Napoli devo entrare in Procura e lo farò domani. Per prima cosa devo ascoltare tutti. Io faccio 4-5-10 riunioni in un giorno. Arrivo alle otto, esco alle 20, mangio sulla scrivania, non mi alzo finché non ho preso una decisione, mettendo a disposizione la mia esperienza”.