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Lucio Caracciolo, lo stop di Biden a Israele: l'invasione "non s'ha da fare"

Gabriele Imperiale
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“L’America, innanzitutto, ma un po' tutti i paesi – sia quelli amici sia quelli meno amici nella regione – hanno spiegato agli israeliani” che l’operazione militare di terra su Gaza “non s'ha da fare”. Lucio Caracciolo sintetizza così le prossime mosse di Israele nel corso della puntata di martedì 17 ottobre di Otto e Mezzo, su La 7. Ospite di Lilli Gruber, il direttore di Limes spiega le ragioni per cui, a suo dire, gli israeliani non attaccheranno via terra la Striscia di Gaza. "Stanno già studiando delle alternative” perché “si sono resi conto che effettivamente i danni sarebbero superiori ai vantaggi per Israele” e poi per la volontà di Washington, tutt’altro che favorevole a un’azione militare di Israele su larga scala. 

 

“Gli americani”, sottolinea il giornalista, hanno detto ad Israele “vi difenderemo nel caso in cui venisse attaccati’” ma allo stesso tempo, ricostruisce Caracciolo, “non fate follie, non fate invasioni di terra”.  Insomma, "l’America non è pronta a fare una guerra mondiale per Gaza” conclude “ammesso che ci sia qualcun altro che sia pronto a farlo”. 

Tel Aviv, quindi, deve desistere da quell’operazione di terra che nei giorni successivi all’attacco di Hamas aveva ventilato. E su Hamas e sulle prossime mosse di Israele, Caracciolo riflette: “una cosa è molto evidente. Hamas non lo fai fuori con un'operazione del genere”. E per due ragioni: “prima di tutto perché semmai moltiplichi i suoi sostenitori” e in secondo luogo perché “Hamas è diramata un po’ in tutto il Medio Oriente”. 

 

Caracciolo conclude la sua analisi indicando ciò che potrebbe portare ad una svolta in Medio Oriente: “Bisogna trovare un modo per uscire da questo tunnel” dice il giornalista “Questo deve portare a un cessate il fuoco che comporti innanzitutto la liberazione degli ostaggi e poi a qualcosa di altro, di tangibile che non possiamo sapere e che probabilmente non lo potremo mai sapere. È l’unica alternativa”.

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