Israele, contesto internazionale "in movimento". La previsione di Caracciolo
''Non c'è per il momento un cessate il fuoco né l'ingresso a Gaza di aiuti umanitari in cambio della fuoriuscita di cittadini stranieri''. Lo ha reso noto l'ufficio del premier Benyamin Netanyahu commentando notizie diffuse in precedenza circa l'apertura del valico di Rafah alle 9 del mattino ora locale, le 8 in Italia. Intanto, in un'intervista a "60 Minutes" sulla Cbs, Biden ha affermato che un'occupazione israeliana di Gaza sarebbe "un grosso errore". Secondo il presidente Usa, tuttavia, l'attacco di Hamas è stato una "barbarie grave quanto l'Olocausto" e Israele ha il diritto di rispondere per eliminare totalmente il gruppo islamista. Ma per Lucio Caracciolo, il direttore della rivista Limes, l'organizzazione politica e paramilitare palestinese islamista non può essere "spazzata via". L'esperto di geopolitica, in collegamento con RaiNews24, ha provato ad avanzare una profezia su come il conflitto si estenderà coinvolgendo anche altri attori bellici.
Israele, attacco senza precedenti. Caracciolo: "È solo l'inizio", scenario da brividi
"Chiaramente non può essere spazzato via Hamas, che è un'organizzazione con una forte base di massa, non solamente in Palestina. Possono essere fatti fuori alcuni di quei capi, i quali però normalmente, in un'organizzazione vengono sostituiti da altri", ha detto Caracciolo con sicurezza. Poi ha continuato, spiegando che è ora impossibile tracciare una linea della guerra: "Insomma, è una partita che inizierà probabilmente tra qualche ora o fra un paio di giorni, durerà il tempo che nessuno può prevedere, ma soprattutto, come tutte le guerre, prenderà un corso proprio. Non c'è nessuno, nè in Hamas nè in Israele che possa comandare la guerra". Tuttavia, il direttore e fondatore di Limes ha avvertito: "Sarà una guerra pericolosa e sanguinosa. Tra l'altro il contesto internazionale che conosciamo, guerra in Ucraina, sfida Usa-Cina, tutto è in movimento, quindi dobbiamo aspettarci qualsiasi cosa. Tra le cose più probabili l'allargamento del conflitto in Cisgiordania, in Libano. Il vero punto interrogativo è l'Iran, che non credo abbia molta voglia di andarsi a scontrare con Israele, ma ripeto, nessuno ha il controllo".