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Dimartedì, con chi sta Di Battista in Medio Oriente: scintille con Cattaneo

Gabriele Imperiale
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Di Battista-Cattaneo, uno scontro dialettico quasi scontato nel salotto di Di Martedì. Il programma di Giovanni Floris su La 7 è stato infatti più volte il loro ring e ancora una volta i due si sono trovati su posizioni differenti e distanti. Stavolta a far discutere i due la guerra in Medio-Oriente e le scelte fatte dal nostro governo in questi giorni.  Floris domanda: “Come ha reagito il nostro governo all’invasione di Hamas?”. Alessandro Di Battista espone la sua tesi: “come ha reagito quando c'è stata l'invasione di Mosca dell'Ucraina” e cioè “facendo propaganda pro Israele, mostrando una bandiera israeliana da Palazzo Chigi” e secondo l’ex Movimento 5 Stelle “questo non serve ad affrontare un problema”. 

 

L’ex uomo di punta dei grillini a scanso di equivoci chiarisce: “ho sempre sostenuto la causa palestinese” e “il compito di un presidente del Consiglio o di chi fa il mestiere del giornalista o del politico sia tentare di dare delle soluzioni guardando al futuro” e via con uno sguardo polemico al passato “io ho le risoluzioni violate da parte di Israele, i rapporti di Amnesty International, di Save the Children che attestano uno stato di apartheid commesso dal governo israeliano in Palestina” - in sottofondo Cattaneo cerca di contestare. Di Battista però non coglie la provocazione: “credo che sarebbe utile che un presidente del consiglio - per di più un sovranista sovranista” e “che dice di pensare l'interesse collettivo” - sottolinea - “ci dica qualcosa rispetto al futuro. Oggi per me non ci sarà mai pace se non viene garantito allo stato di Palestina un'esistenza sovrana e legittimata”. 

Floris passa la palla a Cattaneo: “questo governo ha reagito a testa alta e senza alcuna ambiguità. Noi stiamo con lo stato di Israele. Punto. Oggi non è tempo di distinguere, non è tempo di tirar fuori le risoluzioni”. “Oggi” dice il vicecoordinatore di Forza Italia è invece il tempo “di fronte a un attentato terroristico che non ha eguali sia per le dimensioni sia per l'efferatezza” di dire “noi stiamo con Israele” ed è per questo che “abbiamo messo la bandiera di Israele” chiude seraficamente la questione Cattaneo.

 

Di Battista torna all’attacco: “che cosa pensate di fare domani come governo italiano? Di supportare dei raid? Supportare ancora una volta una ghettizzazione di Gaza che è un lager in un lager? Una prigione a cielo aperto?” - Cattaneo scuote la testa - “ma davvero noi pensiamo che è l'unico modo per affrontare il terrorismo islamico evitare la radicalizzazione sia buttare ancora più bombe?” 

Ormai Di Battista ha perso ogni freno e continua il suo ragionamento: “ricordo che quello che sostiene oggi il deputato Cattaneo e Forza Italia è la stessa identica cosa che tutti i deputati di centrodestra hanno sostenuto quando vi sono stati attacchi terroristici”. Cattaneo lo guarda dubbioso e sceglie il silenzio, ma non Di Battista che conclude: “la risposta è sempre stata: dobbiamo distruggere il terrorismo islamico. Andiamo in Afghanistan perché va distrutto il potere dei talebani e poi con i talebani si sono messi d'accordo”.

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