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Malaguti lo attacca, Sallusti ammutolisce così il nuovo direttore de La Stampa

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“Paghiamo la Tunisia e chiudiamola qui”. È stato questo il titolo dell’editoriale di qualche giorno fa di Alessandro Sallusti su Il Giornale, con un’analisi di come si può porre fine all’emergenza migranti. Le parole del direttore non sono andate giù al nuovo numero uno de La Stampa, Andrea Malaguti (ha preso il posto di Massimo Giannini), che nel suo primo articolo con il nuovo incarico ha attaccato il collega: “Confesso sono fanatico della complessità, non credo alle formule semplici come quella sul pagare la Tunisia. Superati gli otto anni uno capisce che non funziona così”. Sallusti gli ha risposto per le rime, sempre tramite le colonne del suo quotidiano, dopo essere stato tirato in ballo: “Ricordo al collega che Angela Merkel ne aveva sessantadue di anni quando in pochi giorni bloccò l'invasione della Germania regalando sette miliardi a Erdogan perché si tenesse lui gli immigrati che volevano risalire la rotta balcanica. E che pure i capi dei nostri servizi segreti erano tutti maggiorenni vaccinati quando hanno sguinzagliato i loro uomini in giro per il mondo con valigette piene di soldi per comperare la libertà di italiani rapiti da gruppi di terroristi e ribelli di vario genere”.

 

 

“Malaguti, che di anni ne ha 57, è rimasto bambino, con meno di otto anni come dice lui, e pensa che il mondo sia un paradiso terrestre nel quale il bene trionferà sul male perché lui è un ‘fanatico della complessità’. Più che a dirigere La Stampa mi sembra pronto per fare il segretario del Pd”, l’infilzata finale di Sallusti.

 

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