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Israele, Capezzone asfalta Schlein e Boldrini: “Vogliono dialogare con i terroristi”

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Daniele Capezzone mette la sinistra con le spalle al muro dopo gli attacchi di Hamas ad Israele. Il direttore editoriale di Libero è durissimo nel suo articolo apparso sull’edizione dell’8 ottobre del quotidiano: “A sinistra, dietro l’inevitabile solidarietà verso Gerusalemme, si sono cominciate a intravvedere le prime sfumature, qualche ‘però’, i soliti ‘ma anche’, testimonianze inequivocabili di un problema aperto e irrisolto tra la sinistra italiana e Israele. Prendete Elly Schlein, per leggere un suo comunicato, ieri, ci sono volute diverse ore, segno di un “parto” complicato. Dopo di che, leggendo il testo, uno non fa in tempo a rallegrarsi per una frase chiara, che già poche righe dopo arriva la doccia fredda, quando la Schlein spiega che l’«escalation violenta mina le prospettive di dialogo». Ah sì? Il dialogo? E con chi lo fai il dialogo? Con Hamas e i suoi razzi? Con i terroristi che uccidono casa per casa? Con i rapitori di donne? Con chi percuote e umilia perfino i cadaveri degli israeliani in mezzo a una folla festante? Pure Laura Boldrini dà l’idea di camminare sulle uova. Da un lato, parla di «azione terroristica da condannare con forza» (bene), ma poi si affretta a precisare di aver «sempre pubblicamente condannato le violenze che subisce il popolo palestinese e l’occupazione illegale del suo territorio da parte di Israele»”.

 

 

Ed ecco l’affondo di Capezzone: “Non ce la fanno, è più forte di loro. Anche quando le circostanze gli impongono di usare le parole ‘terrorismo’ e ‘terrorista’, subito dopo si fa strada l’esigenza insopprimibile di non schierarsi troppo con Gerusalemme, di lasciarsi sempre un margine di scarsa chiarezza. Alcuni poi sono addirittura espliciti nel capovolgere il senso della giornata, finendo per incolpare politicamente Israele. Come Nicola Fratoianni. L’armadio della sinistra è pieno di scheletri su questa materia. Dalle bandiere di Israele tante volte bruciate in piazza (nell’indifferenza generale) alle innumerevoli occasioni in cui, il 25 aprile, la Brigata ebraica è stata contestata e allontanata dai cortei ufficiali. Né abbiamo certo dimenticato la ‘passeggiata’ di Massimo D’Alema a Beirut sotto braccio a un esponente di Hezbollah”.

 

 

Il finale è dedicato nuovamente al Pd, che sul tema Israele tiene il piede in due staffe: “La dura realtà che il Pd non riesce a mettere nero su bianco senza ambiguità è che Israele non ha solo il diritto di difendersi. Ha anche il pieno diritto di contrattaccare. Troppi, a sinistra, dimenticano che non basta piangere per gli ebrei morti in passato, ma occorre contribuire alla difesa degli ebrei vivi oggi. E occorre farlo - sentenzia Capezzone - per ragioni di fondo che riguardano ogni persona libera, non solo le persone di religione ebraica o i cittadini di Israele”.

 

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