media e politica
Massimo Giannini "silurato", il motivo della rottura con Agnelli-Elkann
Aria di cambiamento in Gedi, la galassia editoriale legata agli Agnelli-Elkann che pubblica tra gli altri Repubblica e La Stampa. L'annuncio della fine della direzione del quotidiano torinese da partte di Massimo Giannini è la notizia che più ha fatto discutere. A fornire i retroscena di quello che viene definito un "siluramento" è il Giornale, che venerdì 6 ottobre rivela che Giannini, nell'ultimo incontro con la redazione. avrebbe usato le parole del Gladiatore hollywoodiano Massimo Decimo Meridio-Russell Crowe per accomiatarsi, un modo per dire che i direttori passano, la testata resta.
Ma cosa c'è dietro il passaggio del timone ad Andrea Malaguti? In base al retroscena ha un ruolo la campagna anti governo degli ultimi mesi, un "crescendo di editoriali in cui Giorgia Meloni veniva paragonata al Macbeth ossessionato da nemici immaginari e di annunci di un governo tecnico alle porte. Fino all’arruolamento di Mattarella tra gli antagonisti della premier, che ha costretto il Colle alla smentita". Poi ci sono i risultati, come le "vendite in calo, a cominciare dal Piemonte (25% in meno ogni anno), e le resistenze di Giannini all’obiettivo aziendale di «regionalizzare» sempre di più il giornale".
La realtà, viene spiegato, è che "il cambio della guardia ai vertici della Stampa era atteso da mesi". Insomma, i rapporti tra Giannini e gli editori Elkann erano "pessimi" e il punto di rottura sarebbe stato raggiunto ai funerali di Eugenio Scalfari, nel luglio del 2022, in cui il giornalista "nella sua orazione funebre li accusò in pratica di non aver capito nulla della Repubblica del Fondatore".
Un conflitto che coinvolge dunque l'altra testata, Repubblica, perché Giannini "si sentiva l’erede in pectore" di Scalfari "dopo il regno di Ezio Mauro. Invece gli Elkann gli preferirono Molinari". Di qui la rottura. Secondo il Giornale le trattative per una uscita "soft" erano in corso da questa estate. In questo contesto sarebbero maturati la "successione interna con Malaguti, il ritorno a Repubblica come editorialista, un probabile contratto con Discovery per un programma tv".