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Mestre, Capezzone bacchetta la stampa che "occulta" la questione dell'elettrico

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Il bus della società La Linea spa precipitato dal cavalcavia di Mestre è un modello E-12 del colosso cinese Yutong, con propulsione esclusivamente elettrica e 400 km di autonomia assicurati da pacchi batteria per complessivi 350 kW collocati sul tetto. Il veicolo fa parte di un lotto di 20 mezzi per il trasporto delle persone che sono stati destinati a coprire per 9 anni 9 linee della città metropolitana di Venezia. Mentre procedono le indagini sull'incidente che ha strappato la vita a ben 21 vittime, il vicepremier Matteo Salvini ha sollevato dei dubbi proprio sulle batterie elettriche del mezzo, sottolineando che possono prendere fuoco molto facilmente. Nel suo Occhio al caffè - Rassegna stampa scorrettissima, Daniele Capezzone prende visione delle prime pagine dei giornali di oggi e fa notare come su gran parte di essi sia quasi vietato parlare di elettrico. 

 

 

"Su molti media l'attenzione viene posta solo sul problema (che pure esiste, ovviamente) del guard rail. Com’è noto, però, i guard rail non sono proprietari di giornali e non comprano spazi pubblicitari…", afferma il direttore editoriale di Libero. "Sono giorni rivelatori, in cui il lettore di giornale può capire molte cose sull'orientamento dei giornalisti e sulle proprietà dei giornali stessi", aggiunge Capezzone. Stando alle parole del giornalista, infatti, solo Libero ha il coraggio di porre l'attenzione sulla questione delle batterie elettriche: "Questo fa veramente impressione, rispetto alla proprietà del gruppo Gedi (Repubblica e La Stampa, ndr) che ha interessi nell'elettrico con Stellantis e tutti gli altri giornali che hanno massicci investimenti pubblicitari e occultano la questione. Nessuno sta dicendo che il tragico incidente è causato dall'elettrico e nessuno vuole mettere tra parentesi il problema del guardrail", conclude. 

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