Omnibus, Paolo Mieli fa la previsione sull'Ucraina. Brividi in tv
Guerra Ucraina, l'andamento del conflitto non sembra andare incontro a una rapida e imminente soluzione. Se ne parla nella puntata di Omnibus del 4 ottobre. Ospite in studio Paolo Mieli che ha parlato delle responsabilità dell'Europa per la mancata soluzione del conflitto. Ma ha anche fatto un paragone con la seconda guerra mondiale, stabilendo inquietanti analogie.
"Sull'Ucraina non si farà nessun passo avanti - ha sentienziato Mieli - Queste passerelle e questi vertici tra leader non sono nulla. Le armi, ad esempio, sono state inviate male perché l'Europa le ha inviate sempre con grande ritardo. Sembra che tutta l'Europa sia diventata come l'Italia con gli ucraini che dicono che non arriva nulla oppure che gli aiuti arrivano fuori tempo massimo. L'Europa sta diventando molto italiana. Fa solo quando c'è da scialare qualcosa. Ma la guerra dura da 1 anno e mezzo e il segnale che arriva dall'Europa è chiaro: se fosse per i nostri popoli da tempo avremmo lasciato l'Ucraina al suo destino. Giorgia Meloni è da sola e sostiene l'Ucraina come presidente del Consiglio ma dietro non ha nessuno che argomenti come si deve".
Poi Mieli traccia il delicato paragone col XX secolo. "Il secolo autoritario è quello che stiamo vivendo - spiega Paolo Mieli - Stiamo andando verso una deriva autoritaria. Stiamo vivendo una guerra che ha ripercussioni già dappertutto. Aveva ragione il Papa, noi siamo già in una guerra mondiale. Anche la seconda guerra mondiale, quando cominciò nel settembre del '39, mica appariva come una guerra mondiale. Sembrava solo una rogna che riguardava la Polonia. Per mesi e mesi non si combattevano. Nazisti e comunisti si spartirono la Polonia e tutto si chiuse lì. Poi nel maggio del '40 ci si accorse che la cosa era più grave. Si capì che era una guerra mondiale solo nel '41 quando i tedeschi attaccarono la Russia e i giapponesi gli Stati Uniti. Insomma bisogna fare attenzione perché le guerre mondiali si vedono solo alla fine".