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Roberto Saviano attacca Giorgia Meloni: perché fa la vittima

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Altro capitolo nella saga infinita che vede di fronte Roberto Saviano e il premier Giorgia Meloni. Questa volta nel mirino dello scrittore ci sarebbero le presunte intimidazioni di Giorgia Meloni sulla magistratura. Secondo Saviano, il caso del giudice di Catania è lì a dimostrarlo e lo scrittore pensa all'imminente processo che lo vede sul banco degli imputati proprio contro Meloni. La paura è che i giudici del Tribunale di Roma, loro malgrado, potrebbero sentire pressioni per non scontentare il premier. Insomma si tratta dell'ennesima follia di Saviano che scrive tutto nero su bianco in un tweet social.      

 

 

 

 

"Giorgia Meloni, per giustificare l’incapacità tecnica dei suoi ministri, artefici di continui e ripetuti obbrobri giuridici, attacca la giudice (e non la sentenza, cosa che avrebbe potuto fare se solo avesse approfondito il caso o se qualcuno lo avesse fatto per lei) che ha applicato i principi incisi nella Costituzione e nelle Carte internazionali a tutela dei diritti fondamentali degli esseri umani - scrive Saviano sui social - Un attacco alla giudice - alla persona e non alla sentenza - è un atto gravissimo e pericoloso perché il messaggio di Giorgia Meloni è diretto a tutta la magistratura. Questo governo, nei suoi modi, dimostra sempre più di avere una attitudine intimidatoria e chi non se ne accorge lo fa per cecità o, più spesso, per interesse. Il 12 ottobre una giudice del Tribunale di Roma dovrà pronunciare la sentenza di primo grado nel processo che mi vede imputato, dall’altra parte c'è Giorgia Meloni. La giudice dovrà stabilire se è possibile o meno esercitare il diritto di critica. Già di per sé è un obbrobrio che il potere giudiziario debba stabilire il perimetro entro cui è possibile criticare il vertice del potere esecutivo. All’estero leggono chiaramente questa frizione tra poteri dello Stato, ma qui in Italia, a distanza ravvicinata, sembrava difficile accorgersene. Dopo ciò che è accaduto, però, è tutto evidente, anche per gli stolti, soprattutto quelli per convenienza. Provate a mettervi nei panni di chi deve giudicare e di chi deve essere giudicato in un clima di intimidazione come quello che stiamo vivendo. Voi come vi sentireste se tra 10 giorni doveste essere sottoposti a giudizio e la vostra controparte è una persona che, approfittando della sua alta carica istituzionale, intimidisce chi deve giudicare sul vostro operato?". 

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