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Tagadà, si rivede Nichi Vendola: "Salvini dice migranti ma vuole dire...", attacco surreale

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Torna "in campo" Nichi Vendola, anche se al momento su una sua possibile candidatura alle elezioni europee dice e non dice ("è un'ipotesi, ma è estranea ai miei interessi odierni"). L'ex governatore della Puglia e paladino della sinistra più militante torna alla ribalta. Naturalmente all'assalto del governo e della maggioranza di centrodestra, su uno dei leit motiv preferiti, quello dei migranti e dell'accoglienza senza limiti. Nel corso della puntata di giovedì 28 settembre di Tagadà, su La7, l'esponente di sinistra auspica un'immigrazione sempre più consistente perché "chi pagherà le tasse? Chi pagherà le pensioni del futuro?". La conduttrice Tiziana Panella annusa l'aria che tira e gli dà un assist non da poco: "Sento una voce che dice: 'sostituzione etnica'...". E infatti è lì che Nichi Vedola vuole andare a parare: la frase usata da esponenti del centrodestra "è espressione della cultura nazista, e vorrei che chiunque la pronunci a cominciare dal Presidente del Consiglio provi un po' di imbarazzo a rimescolare queste teorie".

 

Vendola continua sostenendo che l'intera cultura occidentale si basa sull'accoglienza di popoli stranieri, e parte con le acrobatiche elucubrazioni tipiche del personaggio citando l'impero Ottomano, l'Antica Roma, il mito di Enea e via dicendo. Dopo Giorgia Meloni, mette nel mirino Matteo Salvini sulle nuove norme per i minori stranieri. Il governo è "cattivo e incapace"; afferma senza colpo ferire, "questa destra è una mescolanza di disumanità esibita e di velleitarismo", afferma prendendo di mira il vicepremier e leader della Lega. "Quando Salvini parla dei migranti che arrivano con il telefonino, la collanina, le scarpe firmate, ha questo linguaggio di infantilizzazione razzista, sembra che stia per dire 'questi ne**etti' perché si vede che quella è proprio la sua cultura", afferma. Insomma, anche Vendola scende in campo per sorpassare a sinistra Elly Schlein con attacchi sopra le righe, evocando il nazismo e tacciando di razzismo chi vuole mettere fine a un'emergenza insostenibile che fa male, in primis, all'Africa. 

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