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Salario minimo, il passo falso di Misiani: "Era nel Jobs Act". E Iacometti ride

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Stime più basse per la crescita in Italia e in Europa. Nelle previsioni economiche d'estate presentate ieri, la Commissione europea ha rivisto al ribasso la crescita del Pil italiano dello 0,9 per quest'anno e dello 0,8 per il 2024, rispetto all'1.2% e 1,1 delle previsioni di primavera presentate a maggio. Un dato che si inserisce in un contesto di generale rallentamento dell'economia Ue, che scende allo 0,8% nel 2023, dall'1% previsto nelle previsioni di primavera, e all'1,4% nel 2024. Il tema ha acceso il dibattito nell'ultima puntata di Omnibus, il programma di politica e di attualità di La7.

 

 

Un simpatico siparietto ha catalizzato l'attenzione dei telespettatori. Al centro della discussione, in particolar modo, il salario minimo, oggetto della battaglia che stanno portando avanti il Movimento 5 Stelle e il Partito Democratico. "Era nel Jobs Act...", ha detto Antonio Misiani, senatore del Pd. Il giornalista di Libero, Sandro Iacometti, è scoppiato in una fragorosa risata. Proprio ieri, infatti l'ex portavoce del segretario generale della Cgil ha messo in imbarazzo Maurizio Landini. Il segretario generale del sindacato ha dichiarato di voler abolire il Jobs Act con un procedimento referendario. Peccato, però, che la stessa Cgil ha usato il provvedimento varato dal governo Renzi per licenziare il dipendente che ieri ha vuotato il sacco e detto tutta la verità.

 

 

"Nel 2014 c'era una delega con il salario minimo. Con la scorsa legislatura il ministro Orlando aveva quasi raggiunto un'intesa con le forze sociali. Non è stato fatto perché erano contrarie tutte le forze sociali. Nella scorsa legislatura il ministro Orlando era riuscito a trovare un'intesa sul salario minimo, è saltato il governo Draghi e Forza Italia e Lega, che facevano parte della maggioranza, erano contrarie", ha continuato Misiani. "L'inflazione non si combatte col salario minimo", ha chiosato Iacometti.

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