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Storie Italiane, Don Coluccia trova il coraggio di parlare: “A Tor Bella Monaca volevano uccidermi”

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“Continuo a fare quello che faccio ogni giorno, non ho paura”. Don Coluccia, il sacerdote antimafia, rompe il silenzio a Storie italiane con Eleonora Daniele. Ospite della puntata del 12 settembre dice: “Per grazia di Dio sono qui, potevo non esserci e ringrazio gli uomini della Polizia di Stato. Cosa è successo? Io faccio queste marce contro lo spaccio, ero a Tor Bella Monaca, già in passato attenzionata da me perché avevo denunciato una crack house, un locale che veniva gestito per la droga da alcuni ragazzi e vedette. In questo quartiere non ci sono solo persone italiane ma anche molti nordafricani, sono legati alla criminalità e sono giovani”.

 

 

Il sacerdote, che da sempre si batte per la legalità nelle periferie e vive sotto scorta, è stato vittima di un attentato a Roma. "Io stavo, lì stavo facendo la mia attività, poi ad un certo punto attraverso la strada, arriva questo scooterone di grossa cilindrata, il tizio con il casco si è fermato, mi ha fatto passare e dopo di che ha dato un’accelerata e l’uomo della scorta mi ha spinto, ed è stato preso in pieno lui, che è stato poi trascinato e sbattuto sulle macchine”, racconta. Don Coluccia, con molta lucidità, racconta quello che è accaduto.  “Mi hanno messo in macchina - riferisce ancora - e un altro agente della scorta ha sparato per fermare quel ragazzo, lui poi ha continuato ed è stato preso dalla polizia, c’è stata anche una colluttazione. Anche lui era armato, aveva un machete. Voleva uccidermi? Non penso che uno investa gli altri sulle strisce pedonali così per così. Dispiace perché questo per me rappresenta un fallimento, era un ragazzo giovanissimo. Noi parliamo di Tor Bella Monaca e della città di Roma. Noi dobbiamo andare in questi quartieri e parlare con i cittadini che vivono lì, che hanno paura di tutto, perché i criminali comandano”.

 

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