Giambruno, affondo di Sgarbi: "Uno che si chiama Scanzi...". E strizza l'occhio a Meloni
La polemica scatenata dalle parole di Andrea Giambruno continua a rimanere al centro del dibattito. Alla conferenza stampa che ha seguito l'ultimo Consiglio dei ministri, il premier Meloni ha risposto a chi le chiedeva che opinione avesse sull'intervento del marito giornalista affermando che quelle frasi le pronuncerebbe qualsiasi genitore per raccomandarsi con il proprio figlio. Il tema è stato affrontato anche da Vittorio Sgarbi nel corso dell'ultima puntata di Tagadà.
"Solo dei consigli, se questo...". Sgarbi stupito dalle critiche a Giambruno
La puntata del programma di approfondimento giornalistico di La7 è iniziata con un simpatico siparietto tra Vittorio Sgarbi e la conduttrice di Tagadà Tiziana Panella. "Io sono un sottosegretario del governo Meloni. Non sono lì per merito mio. E neanche per merito di un partito, che non ho. Ma perché mi ha chiamato Meloni", ha detto il critico d'arte. "La cosa migliore che ha fatto Giorgia Meloni?", ha chiesto Panella. "Chiamare me", ha risposto Sgarbi.
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Poi la conversazione ha virato verso l'assemblea di Fratelli d'Italia di oggi. "Uno scivolone di Meloni?", ha domandato la conduttrice. "Trovo che lei è in una condizione e, dato che è importante quello che sta facendo e lo fa bene in continuità con Draghi, che si prende come pretesto qualunque cosa per rimproverarla di aver fatto qualcosa che non va bene", ha risposto diretto Sgarbi. Poi ha continuato: "Per esempio, perché chiedere a lei di un'opinione di suo marito. Ho letto pure uno che si chiama Scanzi, il quale dice 'Lei ha finalmente parlato'. Ma perché deve parlare per un altro? Lei ha detto 'Scusate, chiedetelo a lui'. Non è che se una è sposata con uno...".
"Solo dei consigli, se questo...". Sgarbi stupito dalle critiche a Giambruno
E ancora: "Ho fatto questo riferimento per dire che, ogni volta che si attacca Meloni, si tratta di un pretesto. Non mi pare che ci sia un caso in cui lei sia responsabile di una cosa negativa. Nelle sue azioni di governo, non mi sembra ci siano scivoloni". Per il sottosegretario alla Cultura, non è un problema "di maschi e di femmine". "Siamo in un mondo tale per cui c'è il mondo femminile e il mondo maschile. Sembra che, se uno dice le cose alle donne, allora è maschilista. In realtà, è al figlio che dici queste cose. Un genitore vuole così bene al figlio che gli dice 'Non ubriacarti'. Io l'ho vista così. Bere è perdere la capacità di resistenza rispetto al mondo", ha concluso.