Caivano, anche Mulè chiede la bonifica: "Sono cellule sociali impazzite"
"Ringrazio il comitato dell'ordine e sicurezza che si è riunito, una presenza importante che vuole raccontare qualcosa di importante. Noi siamo venuti qui per diverse ragioni, la prima è rispondere all'invito di don Patriciello, un uomo straordinario, lo ringrazio per l'accoglienza e per il lavoro che fa in un territorio difficile”, ha detto il premier a Caivano. “Siamo qui per manifestare la solidarietà a vittime innocenti” ma anche per manifestare la “presenza seria, autorevole, costante dello Stato che in territori come questo non sono stati sufficientemente percepiti e forse non sufficientemente presenti” ha aggiunto. La visita di Meloni nel teatro degli abusi su due ragazzine è stata argomento di dibattito nel corso dell'ultima puntata di In onda, il programma di politica e di attualità di La7.
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"Il senso della visita di oggi è quello di metterci la faccia e metterci la faccia in maniera aperta, prendendosi anche le contestazioni che, in questo caso, non sono legate all'orrore di Caivano, ma legate a un tema politico": così ha esordito Giorgio Mulè. Il deputato di Forza Italia ha spiegato meglio: "È un territorio che va bonificato, va bonificato perché se tu hai, fino a oggi, duecento e più arresti da parte dei carabinieri in una comunità che è di meno di 4000 abitanti, vuol dire che quello è un territorio che è infestato dalla criminalità e, come tale, va affrontato dal punto di vista dell'ordine pubblico. Va preceduto da un intervento di tipo culturale: attivare misure a sostegno delle scuole, fare in modo che i ragazzi stiano dalla mattina alla sera a scuola, passando per palestre, piscine".
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E ancora: "Significa bonificare da un punto di vista culturale. Sono cellule impazzite dal punto di vista dell'ordine sociale che non scopriamo oggi. Apriamo gli occhi quando l'orrore ci guarda in faccia. Non saranno i poliziotti a cambiare le sorti. La formazione di una persona passa da sottrarre i giovani da impennare tutto il pomeriggio con il motorino a far fare loro altro". "Se noi abbiamo una dispersione scolastica, ragazzi che abbandonano lo studio, c'è quel problema lì. La polizia non è il rimedio, non è la cura, è il fallimento. Significa che lo Stato ha fallito. Il genio militare va a Caivano per rimuovere tutta la robaccia che c'è, ma non è la medicina. La medicina sono le scuole, le mense scolastiche, gli insegnanti", ha concluso Mulè.