generale nel mirino

Il generale Vannacci zittisce i critici: “Io filorusso? Ecco la verità su Putin”

Torna a parlare il generale Roberto Vannacci. L’esponente dell’esercito italiano, finito sulle prime pagine di tutti i giornali per il libro “Il mondo al contrario”, è stato interpellato dal Corriere della Sera, per far luce sulle accuse di chi lo definisce al soldo di Vladimir Putin: “Sono solo speculazioni. Non parlo di cose che riguardano il mio servizio. Sono un soldato, non posso. Macché filorusso, io sono stato cacciato da Putin e da Sergej Lavrov”. “Non fu un’espulsione ad personam, ma seguì la ritorsione russa dopo la cacciata dall’Europa dei suoi diplomatici, dopo l’orrenda strage di civili a Bucha” la spiegazione del quotidiano volta a smentire la tesi del generale.

 

 

Vannacci poi continua: “Nulla posso dire sulla politica russa. Mosca è una città ultra sicura, pulita, vivibile. Lì ho visto frontiere sicure e immigrazione controllata, è un dato di fatto”. “Non ha visto altro? Repressione del dissenso, una guerra inaccettabile” chiede il giornalista al militare, che replica seccamente: “Lei fa speculazione. Io non do giudizi politici. Io mi attengo alle regole. Non parlo del governo, dei leader, della Ue, della Nato, non do giudizi sulla guerra in Ucraina, né su Putin. Io sono un soldato e se interpellato dalle gerarchie rispondo ‘Comandi!’”. “Ma secondo lei - prosegue Vannacci - un militare come me che ha lavorato per 37 anni con gli Stati Uniti è filorusso? Fabio Filomeni è un mio amico e ho condiviso tanto con lui, ma i suoi giudizi sono i suoi e io non li commento. Lo ripeto ancora una volta, io sono un soldato”. Parola fine.