Omnibus, Pasquino spiazza tutti e non critica Meloni sui migranti: i veri errori
Ciclicamente il problema riemerge a galla. La questione dei migranti è un rebus che in Italia, così come in Europa, è sempre più complicato da risolvere. Giorgia Meloni è chiamata a disegnare la sua prima manovra economica da quando siede a Palazzo Chigi, e tra i punti di forza che hanno convinto gli italiani a darle fiducia le sue politiche sulle migrazioni occupano un ruolo di prim’ordine. Secondo Gianfranco Pasquino, intervenuto in collegamento nella puntata di Omnibus in onda su La7 lunedì 28 agosto, l’Italia “non ha mai avuto una linea univoca, anche se non mi sento di condannare questo o quell’altro governo”. È pur vero, sostiene il professore emerito di Scienze Politiche, “che siamo il Paese più grande e vicino alle coste africane, quindi destinato a essere inondato di migranti”.
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“Adesso è leggermente tardi per fare qualcosa”, ammette l’ospite della conduttrice Flavia Fratello. Cosa si è sbagliato in precedenza? “L’approccio. A eccezione dei tedeschi tutti gli altri hanno pensato che il flusso di migrazione fosse controllabile o regolamentabile. L’espressione ‘aiutiamoli ma a casa loro’ è nata proprio dalla convinzione di poter risolvere il problema semplicemente investendo in risorse di vario genere nei paesi d’origine”. Invece, sentenzia il politologo, “è stato un errore, perché l’Europa ha bisogno dei migranti e si sarebbe dovuta adoperare per pianificare delle politiche di accoglienza complessive”. La Germania è quella che forse lo ha fatto meglio degli altri, “specie con i turchi e con i siriani, ma poi anche lei ha dei limiti”.
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Per l’editorialista del Fatto Quotidiano la soluzione ideale, che porterebbe il maggior numero di benefici, consiste “in un accoglienza e in un ‘utilizzo’ efficiente dei migranti, il cui flusso continuerà a essere enorme”. E come: “Attraverso una formazione pregressa per l’inserimento nel mondo del lavoro. Ma ricordandogli che l’Europa dispone anche di una Costituzione, e che certi usi e costumi devono impararli anche loro”. La presentatrice, a conclusione del discorso, gli chiede se non è che l’Italia utilizzi sempre lo scudo dell’Europa come scaricabarile per non assumersi le proprie responsabilità. Pasquino replica, esponendo come il Premier dovrebbe muoversi: “L’Europa siamo noi, quindi non è che l’Europa deve fare qualcosa per noi, ma siamo noi che dobbiamo riuscire a convincere gli europei che una soluzione, seppur non definitiva, può trovarsi. E poi la politica europea deve essere attuata da tutti, non solo da alcuni. È ora che Meloni parli di questo con Viktor Orban”.