verso le elezioni

L'Aria che Tira, Friedman svela il piano di Musk: Trump come Al Capone

Luca De Lellis

Ha girato il mondo la foto segnaletica scattata a Donald Trump. Il suo arresto per aver tentato insieme ad altri 18 alleati di ribaltare il voto in Georgia nel 2020 è durato giusto il tempo di racimolare i soldi per la cauzione. Un batter d’occhio. Appena messo il becco fuori dal carcere di Atlanta, il candidato repubblicano alle prossime presidenziali americane, furioso, ha parlato di “parodia della giustizia”, registrando la sua cattura come un tentativo di “interferire con le elezioni”. Durante la puntata di l’Aria che Tira, in onda su La7 venerdì 25 agosto, il giornalista americano Alan Friedman si è lasciato scappare un pronostico sul risultato elettorale, associando l’ex presidente al noto mafioso italo americano Al Capone.

 

 

 

 

“Diciamo che per Donald Trump l’immagine segnaletica sarà ricordata come iconica, un po’ come quella di Al Capone” esordisce l’esperto, ospite del conduttore Francesco Magnani. Che poi prosegue nella sua analisi: “Manca quella di profilo ma la foto ritrae un uomo indignato, cattivo. Ma non perché è così, ma perché ha pianificato tutto con il suo "advisor" e con Elon Musk, per rilanciarsi su Twitter con quella foto segnaletica”. Insomma, quello di Trump sarebbe un piano escogitato per far saltare il banco sul social dell’imprenditore multimiliardario. “Le parole ‘mai arrendersi’ usate da Trump nel suo post, sembrano un modo di dire a quelli che hanno fatto l’insurrezione violenta del 6 gennaio, ‘io sto con voi’”.

Il riferimento di Friedman è chiaro, e riporta alla mente le immagini di quell’assalto a Capitol Hill che ha rappresentato una delle pagine più buie della recente storia degli Stati Uniti. “Quindi Donald Trump fa leva su una foto segnaletica, che per noi americani è umiliante, per raccogliere una vittoria online e per portare avanti la sua campagna”. E, per l’ospite della trasmissione, sembra che il diabolico piano stia funzionando in termini di numeri in soldi e voti alle primarie repubblicane dei prossimi mesi. “La sua idea – sentenzia – è ritardare i processi a carico finché può per poi darsi la grazia una volta arrivato al potere. I prossimi 12-15 mesi saranno surreali”. E il problema, conclude Friedman offrendo la sua previsione, “è che quei 74 milioni di americani che l’hanno votato torneranno a farlo, e quindi Trump ha quasi il 50% di possibilità di vincere contro Biden”.