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Generale Vannacci, il no al palco e il futuro in politica: "La porta è aperta"

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Il generale Roberto Vannacci ribadisce che al ministro della Difesa, Guido Crosetto, "devo rispetto e disciplina, in modo assoluto e incondizionato". E spiega ad Affaritaliani perché ha annullato la sua partecipazione a La Piazza, la kermesse politica organizzata dal quotidiano online a Ceglie Messapica (Brindisi) dal 26 al 28 agosto. «Io rispondo a tutti e a qualsiasi giornalista, senza problemi, da quando è uscito il mio libro. Ieri poi ho letto un articolo nel quale si diceva che, pur non essendo una manifestazione di carattere politico, partecipano tante personalità che fanno politica attiva. E io non ho scritto "Il mondo al contrario" per fare attività politica e non voglio nemmeno che sorga questa interpretazione. Quindi ho ritenuto opportuno non partecipare a quell’arena», afferma il militare a centro delle polemiche. E continua: «Non solo, ai militari è vietato fare propaganda politica e non volevo accostare il mio nome a quello di tanti politici. Mi sono scusato con l’organizzazione, con gentilezza. Sono abituato a mantenere le parole data e in questo caso mi è dispiaciuto molto dire di no. Quando mi è stato proposto l’intervento non avevo la minima idea di cosa fosse "La Piazza" e che tale manifestazione potesse registrare la partecipazione di così tante personalità politiche».

 

Alla domanda se si è forse spaventato per la presenza dei due vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani, Vannacci ha risposto: «No, assolutamente. La presenza di ministri non mi spaventa. Ma la mia partecipazione sarebbe potuta essere inquadrata in un’attività politica. D’altronde in questi giorni mi hanno messo in bocca molte parole, che sono come Giulio Cesare o che sono antisemita. A La Piazza partecipano cinque o sei ministri ed esponenti di tutti i partiti, sarei stato bersaglio di critiche per qualsiasi osservazione avrei fatto. Il problema non è fare un favore a un giornale o un giornalista in particolare, non volevo fomentare la schiera di mezzi di informazione che strumentalizzano tutto ciò che faccio. Che, invece, è molto chiaro a chi mi osserva bene».

 

C’è chi dice che il libro non sia solo farina del suo sacco ma che sia stato scritto a più mani, è così? «Il libro me lo sono scritto da solo parola per parola. Rispecchia pedissequamente il mio pensiero dalla prima all’ultima parola. L’ho letto, corretto, rivisto, punteggiato e perfino ho costruito io la copertina e fatto l’editing. Poi lasciamo pure che i dietrologi vedano attività eversive che non esistono». Quanto all’ipotesi di un futuro in politica, magari candidato alle elezioni europee del 2024, il generale Vannacci risponde: «Faccio il soldato e voglio continuare a fare il soldato. Ma non chiudo la porta a nulla, la lascio sempre aperta. Potrei fare attività politica o anche imprenditoriale se la giudicassi opportuna, perché no? Ma oggi il mio mestiere è fare il soldato».

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