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In Onda, Donzelli contro il Pd: sul caso Vannacci arrogante e presuntuoso

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Caso Vannacci, non si placano le polemiche. «Non mi sono dissociato da Crosetto, anzi. Ho detto che ha fatto bene il suo lavoro da ministro». Lo chiarisce, parlando del caso del libro di Vannacci, Giovanni Donzelli, responsabile Organizzazione di Fratelli d’Italia, ospite di In Onda Estate su La7, che aggiunge: «quando il Pd ha detto "non basta", bè questo è insostenibile: con quale arroganza e presunzione il Pd vuole stabilire più dei militari e dell’eventuale magistratura cosa si può scrivere o non scrivere? Un partito che pensa di censurare i libri è antidemocratico e non permetteremo mai al Pd e al mondo che gli gravita intorno, intellettuali e giornalisti, di dire agli italiani cosa possono o non possono fare. Non esiste il ministero della bontà stabilito dalla Schlein che in una riunione di gabinetto del Pd decide cosa è corretto e cosa non lo è». «Il libro non l’ho letto, per ora, volutamente - aggiunge Donzelli - perché la mia scelta di criticare questo tentativo di censura non voglio sia influenzata dall’opinione che mi farò quando lo leggerò. Ovviamente lo leggerò, quando sarà finito il polverone».

 

 

 

«Un anno fa dicevate tutti ’non andranno mai d’accordo, litigherannò. Andiamo d’amore e d’accordo, siamo una maggioranza compatta che durerà 5 anni, e faremo le cose che servono all’Italia ciascuno occupando la propria posizione politica più naturale: Tajani giustamente ricorda la propria vocazione e vicinanza con il Ppe, noi la nostra cultura di conservatori, Salvini ha la sua particolarità. Ma tutto questo rappresenta il mondo di centrodestra unito e compatto». Così Giovanni Donzelli, responsabile Organizzazione di Fratelli d’Italia, ospite di In Onda Estate su la 7.

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