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Alessandro Barbero, scoppia la polemica: "Antiamericano e filotedesco"

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Alessandro Barbero è finito nell'occhio del ciclone per l'ultima puntata della serie "Nel secolo breve", da lui commentata e in onda su Rai 3. Gli episodi fanno luce su alcuni momenti cruciali della storia del Novecento e quello di ieri, "Lo sbarco in Sicilia", come si evince dal titolo, ha raccontato al grande pubblico televisivo l'operazione Husky del 10 luglio del 1943. Le frasi pronunciate dallo storico hanno fatto scoppiare una vera e propria polemica.

 

 

Il racconto offerto dalla Rai e guidato da Alessandro Barbero si è concentrato sull’avanzata delle truppe anglo-americane e ha indagato il ruolo, tra leggenda e realtà, della mafia nelle vicende che seguono l’occupazione dell’isola, fino allo scontro tra Regio Esercito e l’EVIS, il braccio armato del Movimento per l’Indipendenza della Sicilia. Nel corso della puntata lo storico ha affermato che, se nella seconda guerra mondiale l’Asse avesse resistito di più in Italia dopo lo sbarco in Sicilia, gli americani si sarebbero dovuti concentrare sulla Francia, evitando a noi parte dei disastri di una guerra che fu violenta. 

 

 

Proprio per queste dichiarazioni, Barbero è stato accusato di essere antiamericano e filotedesco e il suo nome è finito tra i trending topic su X. Se qualcuno ha puntato il dito contro l'esperto in storia del Medioevo, molti sono stati gli utenti che l'hanno difeso. "Barbero è fantastico. Fa amare la storia a un soggetto come me", scrive qualcuno. "Il generale Alexander ebbe l'ordine di 'ritardare' l'avanzata: con gran rabbia delle bande partigiane... Il timore era che, una troppo celere avanzata, avrebbe spinto i nazisti a 'spostare' le truppe in Normandia. Strumentalizzino quel che gli pare: la storia è questa", digita qualcun altro. 

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