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Marco Rizzo, comunista di destra. Come smonta la linea Pd su migranti e diritti

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Libero, autentico e orgogliosamente comunista. Un compagno schietto, onesto e senza fronzoli. Marco Rizzo è, da sempre, un politico anticonformista e mai banale. Un uomo pronto a combattere con forza la narrazione sbandierata dal Pd, ovvero il più grande movimento progressista del nostro Paese. Economia, guerra, immigrazione o adozioni gay. Qualsiasi sia il tema, Rizzo, e non da oggi, smonta con certosina costanza la tesi del Nazareno. Basti ricordare le parole usate durante la discussione del famigerato Ddl Zan. «La sinistra odierna è diventata una sorta di enorme partito radicale di massa, ovvero un'area politica totalmente liberista, affine alle grandi banche, ai grandi poteri europei, alla Nato, alla distruzione dei diritti dei lavoratori. Quasi a coprire questo tradimento, è stato centralizzato il tema dei diritti civili.

 

Un'arma di distrazione di massa. I motivi sono pratici: massificare i consumi, ridurre la popolazione da essere pensanti a moderni schiavi, che vivono in una gabbia, di fronte ad un computer. Uomini e donne che ricevono il cibo attraverso l’e-commerce, che sopravvivono grazie al vergognoso reddito di cittadinanza. L’utero in affitto deve diventare un reato universale. È la trasformazione di un desiderio in un diritto». Il presidente onorario del Partito Comunista Italiano, anche su un tema caro a Elly Schlein, va controcorrente in un’intervista al quotididiano La Verità. Intransigente nel sottolineare come gli sbarchi di massa di immigrati africani, la politica dell'accoglienza e le scelte di Bruxelles nulla abbiano di umanitario, ma siano solo la sublimazione del capitalismo più estremo, la vittoria del ricco contro il povero, del potente nei confronti dell'ultimo. «I Paesi africani vengono sfruttati dalle nazioni europee, Francia in primis. Nonostante abbiano ricchezze naturali enormi, molte persone, costrette a vivere in assoluta povertà, affrontano viaggi della speranza per giungere in Europa. Mano d'opera pronta ad accettare salari indecenti. E, così facendo, colpevoli involontari di un danno evidente ai lavoratori autoctoni».

 

Posizione che, da sempre, il Pd boccia come «di destra». Se non addirittura «fasciste e razziste». Epiteti che, ovviamente, i tromboni stonati progressisti non possono utilizzare contro Rizzo. Che, anche sul conflitto ucraino, ha una posizione così netta e perentoria, da apparire rivoluzionaria. «Sarei pronto a votare Trump, turandomi il naso. Politicamente è molto lontano dalle mie posizione, ma è l’unico in grado di fermare questa folle guerra». Un futuro difficile per la sinistra. Che, secondo il sessantatreenne torinese, ha un'unica strada per tornare a prendere voti nelle fabbriche e nelle case popolari. «Va invertita la rotta. Basta cazzate su LGBT e clima. La sinistra è lavoro per tutti».

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