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Pero Fassino come Alain Elkann, l'antico vizio della sinistra. Sallusti a valanga

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"Aiutate quest'uomo, guadagna solo 4.700 euro". L'uscita di Piero Fassino a Montecitorio che ha mostrato il cedolino di luglio affermando che è ingiusto dire che i parlamentari guadagnano stipendi d'oro (sorvolando su diaria, indennità, rimborsi vari e sull'uso che molti deputati e senatori ne fanno) ha provocato un putiferio e imbarazzato il Pd di Elly Schlein che si batte per il salario minimo e contro la rimodulazione del reddito di cittadinanza. "Quando si dice tempismo", scrive Alessandro Sallusti sulla prima pagina di Libero che titola come detto prima: "Aiutate quest'uomo, guadagna solo 4.700 euro".

 

Forse 4.700 euro non sono uno stipendio d’oro, "ma almeno di bronzo sì come la faccia di questa élite di sinistra che predica bene ma quando toccata sul vivo razzola così così", scrive il direttore di Libero, Il caso esplode a pochi giorni da quello, lontano ma per certi versi simile, dell'articolo dal "treno per Foggia" di Alain Elkann. "Scrisse proprio su la Repubblica un articolo di fuoco contro un gruppo di ragazzi vestiti non in modo consono e chiassosi che avevano disturbato il suo viaggio in treno mentre era assorto nella lettura di un libro di Proust scritto in francese. «Lanzichenecchi», li aveva chiamati con disprezzo a dimostrare il divario tra la linea politica dei giornali di sinistra e la vita privata e reale di chi ci scrive", si legge nell'editoriale.

 

Detto questo, "non sorprende né indigna" lo stipendio di Fassino o degli altri parlamentari, ma è "sorprendente" che l'esponente dem "non si senta un privilegiato, ma meglio dire un miracolato visto che in carriera non ne ha azzeccata una, al punto da sbandierare davanti all’opinione pubblica in affanno economico un compenso di quel genere come per dire: guardate, io sono uno di voi". Non sorprende altresì il "mutismo" di Giuseppe Conte sull'argomento: "Con una parcella simile addio alla narrazione dell’avvocato del popolo". 

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