blitz in russia
Guerra in Ucraina, cosa sa il generale Tricarico sugli attacchi con i droni: la reale funzione
Il generale Leonardo Tricarico, ex Capo di Stato maggiore dell’Aeronautica militare e attuale presidente della Fondazione Icsa, ha commentato la controffensiva di Kiev con i droni in territorio russo: «Anche la capacità unmanned, ossia relativa al pilotaggio remoto di aeromobili o imbarcazioni, dimostra la grossolanità e l’arretratezza russa ma anche ucraina nella dottrina di impiego e nella conseguente disponibilità di sistemi d’arma moderni e ad alta tecnologia. Mezzi inadeguati dall’una e dall’altra parte quando invece il mondo militare, segnatamente quello occidentale ha fatto passi avanti significativi nell’utilizzo di sistemi a pilotaggio remoto tanto da evocare, perfino negli Stati maggiori, il dilemma sul futuro delle forze aerotattiche, se saranno con pilota a bordo o completamente guidate da operatori a distanza praticamente illimitata».
«Alcuni paesi – sottolinea Tricarico all’Adnkronos - si sono portati molto avanti nello strutturare capacità militari avanzate nel settore, come gli Usa, Israele e l’Italia. Altri, come la Francia stanno ancora rincorrendo i paesi guida, che hanno tratto i dovuti insegnamenti dal conflitto dei Balcani del 1999, il vero scenario inaugurale per l’uso militare dei droni. Dalle immagini video e dalle poche notizie attendibili, pare che i droni ucraini utilizzati in territorio russo abbiano una sola funzione psicologica - evidenzia il generale - far sentire i cittadini russi in guerra e non tranquilli spettatori di un’operazione speciale del loro esercito in Ucraina. Pare inoltre che i droni ucraini non siano al momento idonei a battere obiettivi di dimensioni significative o con precisione matematica in profondità nel territorio russo». «Il tutto si inserisce poi in una controffensiva che sembra avere ormai il fiato corto, che sembra confermare le previsioni iniziali di essere tutt’altro che risolutiva».
«Auspicabilmente insomma – conclude Tricarico sulla guerra tra Russia e Ucraina - parrebbe che si stiano creando le condizioni per cui anche il più ostinato nazionalista guerrafondaio, russo o ucraino, si debba suo malgrado convincere che una soluzione militare del conflitto non è a portata di mano e che quindi finalmente si cominci a pensare ad un negoziato e a quale tipo di concessioni ci si debba rassegnare dall’una parte e dall’altra».