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Omnibus, l’accusa di Anfossi manda Mulè fuori di senno: “Agitatore sociale, dici fesserie”

“Non aumentatevi lo stipendio che non è proprio il momento giusto”: ed è subito scontro. Nella puntata del 1 agosto di Omnibus su La 7 è andato in scena un duro confronto tra Francesco Anfossi, giornalista di Famiglia Cristina, e Giorgio Mulè, vicepresidente della Camera e portavoce di Forza Italia. Il tema è quello del momento: il reddito di cittadinanza e il suo stop a quasi 170mila famiglie in tutta Italia. Il giornalista esperto di politica italiana, interrogato proprio sull’argomento, sposta il focus sull’aumento d’indennità dei capogruppo della Camera dei Deputati. Ma tra Anfossi e Mulè è subito polemica: “Ma tu pensi di sgrananellare due like? Ma chi si aumenta che?” domanda l’ex direttore di Panorama. Anfossi continua nel suo ragionamento: “Ah no? I capogruppo non si sono aumentati l’indennità? Mio padre diceva: negare di fronte l’evidenza”. Mulè non demorde: “Ma sta dicendo una fesseria enorme. Non si è aumentato lo stipendio nessuno. Siccome fai il giornalista, prima di sparare corbellerie almeno ti dovresti documentare”.

 

 

A quel punto Anfossi non si tira indietro: “Fate un fact-checking, per favore”. Dallo studio il conduttore di giornata, Andrea Pennacchioli, tenta di frenare lo scontro senza successo. Anfossi, infatti, prosegue nel suo attacco: “Cos’è? Ti ho punto nella….” e mima con la mano un gesto quasi a suggerire di aver colpito un nervo scoperto di Mulè. “Sei rimasto male?” punge ancora il giornalista che ammonisce il vicepresidente della Camera: “Il consiglio è: evitate di far tornare la casta, perché potrebbe essere molto pericoloso” e punta il dito a favore di telecamera. Mulè trasecola. “Ma che stai dicendo? È per gente come te che poi la gente va in strada e va a bruciare le bandiere. È per le fesserie che dici: nessuno si è aumentato lo stipendio e stai dicendo una cosa falsa, molto grave per uno che pensa di fare il giornalista”. Palla di nuovo ad Anfossi che chiede: “I capogruppo della Camera si sono aumentati l’indennità o no?”. Mulè risponde all’istante: “Assolutamente no. I capogruppo percepiscono non un euro in più. Sono le stesse identiche risorse date ai gruppi. Hai detto una bugia”. 

 

 

A quel punto Pennacchioli prova ad abbassare i toni e lascia la parola a Davide Vecchi, direttore de Il Tempo, che fa notare: “Il problema vero è questo: l'essere arrivati a paragonare lo stipendio di chi è chiamato a gestire la cosa pubblica - che quindi ha un ruolo fondamentale per la vita di tutti noi - a chi perde il lavoro, purtroppo, e deve essere aiutato con il reddito di cittadinanza. Sono due cose totalmente differenti”. Ma è solo un break temporaneo: lo scontro tra Mulè e Anfossi riprende subito. “Lui è un agitatore sociale. Tu sei un agitatore sociale. Nessuno si è aumentato lo stipendio. Dovresti chiedere scusa” attacca il vicepresidente della Camera. Il conduttore cerca di frenare ancora una volta gli animi ricordando che chi è in collegamento – Anfossi – è penalizzato, ma il portavoce di Forza Italia ricorda: “Non è abilitato a dire bugie. Chieda scusa!”. 

 

 

Il giornalista di Famiglia Cristiana non ne vuole sapere e Mulè non si frena: “perché sei bugiardo”. A quel punto Anfossi sbotta: “Tra l’altro lui può dare del bugiardo a me perché ha l'indennità parlamentare e io non posso dare del bugiardo a lui perché sennò mi querela”. Mulè chiude la disputa: “A me dell'indennità parlamentare non me lo puoi dire perché fino a prova contraria io per trent'anni ho fatto il tuo lavoro, sicuramente con risultati assai migliori, e ho guadagnato molto ma molto meno. Vai a farlo a qualcun altro questo discorso. Vallo a fare ai tuoi amici grillini”.