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Tremonti inchioda Tridico: "Ha detto lui che il Reddito è sbagliato". La frase che lo tradisce

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È scontro sul reddito di cittadinanza, la misura simbolo del Movimento 5 Stelle fortemente ridimensionata dal governo di Giorgia Meloni. La notifica via sms di fine dell'assegno è arrivata a 170mila famiglie con il Pd (che all'inizio aveva osteggiato il provvedimento...) e i grillini che accusano il governo di avercela con i poveri. A mettere i puntini sulle "i" nel corso di Controcorrente, il programma di Rete 4 condotto da Veronica Gentili, è il professor Giulio Tremonti. L'ex ministro ricorda come il reddito abbia attraversato tre fasi: la prima squisitamente "politica", quando Luigi Di Maio e gli altri ministri grillini annunciarono sul balcone: "Abbiamo abolito la povertà". Un episodio "tragicomico e non serio", afferma l'ex ministro. "Abolire la povertà per decreto non sta in piedi" ed  è stata una mossa meramente politica. 

 

Poi c'è stata la fase del Covid, non prevista, in cui il RdC è stato uno strumento fondamentale per molte famiglie, ma si trattava di un periodo eccezionale di emergenza. "Oggi i conti tornano", spiega Tremonti sulla terza fase del sussidio. "Ora si apre una discussione necessaria su cosa fare per chi ha bisogno e per chi ha possibilità di lavorare a prescinde dai sussidi". 

 

In conclusione, l'esponente della maggioranza rivolge contro l'ex presidente del'Inps Pasquale Tridico, le sue stesse parole in difesa del provvedimento. "Quando Tridico dice che ha evitato frodi per 11 miliardi di euro", ammette "che il provvedimento era sbagliato, perché evidentemente la meccanica" del sussidio è errata se lo espone al rischio di frodi miliardarie. In generale Tremonti ricorda che sussidi di questo tipo, in Europa, vengono forniti dagli enti locali che conoscono bene hanno gli strumenti per valutare le singole posizioni, i reali bisogni delle persone e limitare truffe e distorsioni. 

 

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