egemonia culturale

Nanni Moretti "ora fa i girotondi per la poltrona", Sallusti fa a fettine la sinistra

Guai a toccare feudi, recinti e circoli vari. La sinistra per decenni ha considerato ogni nomina o posizione di potere nell'ambito della cultura come proprio esclusivo appannaggio. E ora che con un governo di centrodestra stanno cadendo certi tabù, si grida al regime. "La violenza e la rozzezza con cui il governo ha fatto fuori la dirigenza del Centro Sperimentale di Cinematografia. Del resto, questa è la destra italiana, questo il suo ceto politico e giornalistico", scrive su Instagram Nanni Moretti che si schiera con la protesta degli studenti del Csc contro l’emendamento al decreto Giubileo che ne modifica la governance, azzerando di fatto gli attuali vertici. Al regista di Caro Diario, idolo della sinistra, è Alessandro Sallusti in un editoriale sull'edizione di domenica 30 luglio di Libero. 

 

"C'era una volta la sinistra che faceva i girotondi per difendere la Costituzione. Li lanciò all'inizio degli anni Duemila il regista organico Nanni Moretti ed ebbero un discreto successo di pubblico anche se la Costituzione non era per nulla sotto attacco dell'allora governo Berlusconi", ricorda il direttore. Ora "dai girotondi per difendere la Costituzione siamo passati ai girotondi per difendere le poltrone e questo dà la misura del decadimento politico e culturale di questi intellettuali ridotti a mendicare poltrone e stipendi che erano convinti di avere a vita per diritto divino", è l’attacco di Sallusti. 

 

Insomma, "non si danno pace" gli "intellettuali organici", residuo della sinistra che fu, "tassello fondamentale del marxismo: per conquistare il potere politico, teorizzò Gramsci, è necessario esercitare l'egemonia culturale all'interno della società civile". Il vento è cambiato. Ed è anche colpa degli stessi intellettuali di sinistra, conclude Sallusti, che hanno perso il contatto con le masse dedicandosi esclusivamente ai diritti Lgbt o tuttalpiù alla capigliatura di Andrea Giambruno, compagno di Giorgia Meloni.