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Testamento Berlusconi, l'eredità scatena l'invidia sociale della sinistra

Francesco Forgione
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Il testamento di Silvio Berlusconi ha da giorni dato voce a critiche, pettegolezzi e una buona dose di invidia culminata nella fantasiosa richiesta di tassazioni punitive sull’eredità che ha previsto anche un lascito di 100 milioni a testa per Marta Fascina e Paolo Berlusconi e di 30 milioni per Marcello Dell’Utri. D’altronde, il successo e la ricchezza da sempre attirano invidia e astio nei confronti di chi le ha raggiunte. In un libro di Helmut Schoeck - ricorda Il Riformista - che non a caso si intitola “L’invidia e la società”, si parla proprio delle tassazioni punitive sui patrimoni dei soggetti benestanti. Il libro, risalente agli anni Settanta e scritto da un sociologo illuminato, ebbe però la colpa di rappresentare lo schieramento politico “sbagliato” e per questo motivo venne deriso da una certa sinistra cadendo nel dimenticatoio.

 

 

Proprio come il tema del libro di Schoeck, le notizie sulla ricca eredità del Cavaliere, hanno fatto scatenare invidiosi e oppositori che hanno invocato pesanti tassazioni sul patrimonio. Per quale motivo? Avversione verso Berlusconi e invidia? In un mondo in cui la ricchezza è percepita come una rapina organizzata e il successo è una colpa, può darsi. In effetti nel corso della storia ci sono stati moltissimi casi di “invidia sociale” verso chi ce l’ha fatta, e proprio per questo motivo le persone prese di mira sono state messe al bando e derise, come il già citato libro di Helmut Schoeck ricordato dal quotidiano diretto da Matteo Renzi.

 

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