Il racconto del regista

Verdone saluta l'amico Purgatori. Il retroscena commovente sull'ultimo incontro

Ieri Andrea Purgatori è morto in un ospedale di Roma per una breve, fulminante malattia. Giornalista, sceneggiatore di film e fiction, autore, docente di sceneggiatura, Purgatori ha sempre mantenuto uno sguardo aperto e tutta la sua carriera è stata attraversata dalla ricerca instancabile della verità dei fatti. Il mondo del giornalismo (e non solo) si è stretto intorno alla famiglia del collega venuto a mancare. Molti sono stati coloro che hanno pensato di affidare alle parole un ultimo ricordo del grande professionista e uomo che Purgatori è stato. Tra questi, c'è senz'altro Carlo Verdone.

 

 

Attraverso un'intervista rilasciata a Il Corriere della Sera, il regista ha cercato di ricordare il giornalista con la vena doleamara di cui è maestro. "Te devi riposa’: l’ultima volta che l’ho visto gli dissi proprio così, te devi riposa’. L’avevo visto troppo pallido, molto magro. Evidentemente c’era già qualcosa che non andava, la malattia stava già camminando. Ci mancherà, mancherà a tutti. Mi mancherà": così Verdone ha esordito, lasciando trasparire già la natura cristallina del rapporto che aveva stretto con lo sceneggiatore. 

 

 

"Perdo un carissimo amico, che stimavo tanto per la sua signorilità. Andrea è sempre stato un uomo discreto, affettuoso e generoso", ha ammesso l'attore, parlando della difficoltà con cui sta cercando di metabolizzare la triste notizia, Poi ha accennato la vicenda che li portò alla conoscenza: "Ci siamo conosciuti in modo casuale e naturale, come avviene nel mondo del cinema. Lo conobbi grazie a Marco Risi, il regista, poi nel corso degli anni ci siamo rivisti tante volte, abbiamo passato insieme cene e serate, più di una volta mi chiese interviste per il suo programma su La7. A un certo punto, una decina di anni fa, lo individuai come la persona giusta per un piccolo ruolo in Posti in piedi in paradiso", ha rivelato Verdone. Proprio nel film, a Purgatori era stata affidata una piccola parte ma spiritosa, di gusto. "Andrea veniva al negozio per comprarsi il cinturone di Jim Morrison che io tenevo dentro una teca, era il 'marchio' del mio negozio di vinili e io non volevo darlo via", ha spiegato il regista.

 

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Il motivo per cui lo scelse? "Era perfetto, la persona giusta: rappresentava un signore della mia età che viveva come me di nostalgia musicale ed era innamorato di quel cinturone. Mi offriva qualunque cifra e alla fine io — che avevo bisogno di soldi — cedevo alla sue insistite richieste. Andrea fu bravissimo, non sbagliò niente", ha ammesso l'attore comico. L'episodio di Posti in piedi in paradiso non fu l'unico. Nuovamente Purgatori ebbe un ruolo nel 2016 in L'abbiamo fatta grossa. "Mi piaceva la sua voce, rauca, forte, da grande fumatore, una voce molto radiofonica. Con i suoi dolcevita neri poi aveva anche il physique du rôle da regista teatrale. Davanti alla macchina da presa era spigliato, recitava con grande naturalezza, non aveva paura di niente", ha concluso Verdone, lasciando così ai lettori del quotidiano un'immagine leggera e piena di significato che neanche l'addio al giornalista amico può scalfire.