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Opera, volano gli stracci sulla Boheme. E Veronesi dirige bendato

Christian Campigli
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Un inizio col botto. Perché, come diceva la massima più famosa (ed abusata) di Oscar Wilde, "parlatene bene, parlatene male, purché ne parliate". Alberto Veronesi sembra aver seguito l'antico adagio con maniacale attenzione. E ha trasformato la prima della sessantanovesima edizione del Festival Pucciniano in un evento mediatico internazionale. Il maestro ha diretto ieri sera con una benda calata sugli occhi la controversa Boheme in allestimento ambientato nel '68, con Mimì in minigonna e altri richiami alla contestazione giovanile. Mettendosi la benda, una stoffa di colore nero, Veronesi, come ricorda l'agenzia di stampa Ansa, ha voluto criticare così il regista francese Christophe Gayral che, secondo quanto ribadiva Sgarbi, tradisce nelle scenografie pensate da Christophe Ouvrard "ogni visione e spirito pucciniano", avendo trasposto in un contesto storico e sociale completamente diverso il contesto in cui si sviluppano gli eventi dell'opera di Puccini. 

 

 

Il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi già lo scorso 6 luglio, alla conferenza stampa per la presentazione del programma delle celebrazioni per il Centenario della morte del compositore Giacomo Puccini che ricade nel 2024, promosse peraltro da un ente diverso dal Festival Pucciniano, contestò questa nuova ed eretica produzione di Bohème che ha aperto ieri sera il Festival del 2023. Va ricordato che Il teatro di Torre del Lago era esaurito. Molti i turisti stranieri arrivati solo per vedere l'opera. Alcuni spettatori non hanno gradito la particolare forma di protesta di Alberto Veronesi e se ne sono andati via anzitempo. Sarcastico il sindaco di Viareggio Giorgio Del Ghingaro: "Il maestro Veronesi ha voluto dimostrare che conosce lo spartito a memoria".

 

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