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Controcorrente, Sansonetti non si tiene su La Russa: "Dimissioni. E Meloni..."

Luca De Lellis
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Giorgia Meloni a margine del vertice Nato a Vilnius ha provato a smorzare la tensione che in questi giorni si è accumulata tra governo e magistratura. E, nel contempo, ha anche preso le distanze dalla nota di Ignazio La Russa sul caso dell'indagine per abusi sessuali a carico del figlio Leonardo, dichiarando che lei non “sarebbe intervenuta”. Nel corso della puntata di Controcorrente, in onda su Rete 4 mercoledì 12 luglio, il direttore dell’Unità Piero Sansonetti ha elogiato le parole del Presidente del Consiglio in merito alla questione della seconda carica dello Stato, auspicandone di fatto le dimissioni: “Batto le mani a Meloni perché ha fatto una cosa splendida” – ha esordito il giornalista in studio - che poi ha proseguito: “Ha scaricato La Russa come andava fatto, lui è presidente del Senato e quella frase non la può dire”.

 

Come avrebbe potuto agire secondo l’ospite della conduttrice Veronica Gentile? “Poteva dimettersi dalla sua carica e poi assumere la difesa di suo figlio, ma non può attaccare una ragazza che ha denunciato una violenza”. E poi ancora applausi alla leader di Fratelli d’Italia, che è “stata molto coraggiosa a prendere posizione perché La Russa è il suo padre spirituale e politico”. Comportandosi in questo modo lei ha mandato un messaggio fondamentale alle donne, ha detto “non abbiate paura, denunciate, anche se c’è il presidente del Senato che il giorno dopo mi tira un carro armato”. Ergo, “La Russa si è comportato malissimo” e Sansonetti si augura che la riflessione di Meloni lo “spinga a dimettersi”.

 

In studio è presente anche un esponente della maggioranza, il deputato leghista Riccardo Molinari, che concorda con la tesi che vede inopportuno il comportamento di La Russa ma “le dimissioni sarebbero una punizione eccessiva”. Sansonetti, in precedenza, si era pronunciato anche sul rapporto tra politica e magistratura, definendo legittima l’indipendenza dei singoli magistrati, ma sostenendo d'altro canto che “il governo non può essere dipendente dalla magistratura associata (ANM), e che questa è una violazione della Costituzione che andrebbe stroncata, e per farlo ci vuole un conflitto tra la politica e la magistratura”. Sansonetti ha sentenziato: “La magistratura ha sconfinato il suo ruolo e Meloni deve riportarla al proprio posto”.

 

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