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Russia, Nona Mikhelidze: la prova che non è stata una messinscena

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È davvero possibile che la rivolta armata guidata da Yevgeny Prigozhin sia stata una "messinscena" organizzata con il "vecchio amico" Vladimir Putin per fare capire al mondo che, se cade lo Zar, arriva un personaggio peggiore? La tesi del dissidente russo Ilya Ponomarev è sul tavolo tra le tante notizie che arrivano dalla Russia nella puntata di lunedì 26 giugno di Omnibus, su La7. Nona Mikhelidze, analista dell'Istituto Affari Internazionali, spiega che ad andare dietro a certe teorie si rischia di "cadere nel complottismo", come in questo caso. "Non possiamo sapere cosa è successo dietro le quinte. Se questa fosse una messinscena ogni mossa del Cremlino sarebbe accolta dal coro dei media di Stato", afferma l'analista. Ma in queste ore sta succedendo qualcosa di diverso: "Per capire cosa sta succedendo in Russia bisogna guardare cosa dice la propaganda e cosa dicono gli esperti indipendenti russi", spiega l'analista che cita un caso in particolare. 

 

"Uno dei telegiornali russi ieri è iniziato con il conduttore che ha presentato una vecchia intervista a Putin". Cosa diceva? Un giornalista chiedeva al presidente se riesce a perdonare. "Sì ma non tutto. Non riesco a perdonare il tradimento", la risposta dello Zar. "Dopodiché si ritorna in studio e il giornalista afferma che il presidente ha perdonato e lo Stato ha ritirato l'accusa penale nei confronti di Prigozhin per alto tradimento e tentativo di golpe", racconta Mikhelidze secondo cui si tratta chiaramente di una critica indiretta a Putin che non ci sarebbe stata se fosse tutto orchestrato. 

 

L'analista poi fa sapere che Vladimir Soloviev, anchorman famosissimo in Russia e fedelissimo di Putin, alla fine della giornata è sembrato rivolgersi proprio al capo del Cremlino chiedendo come è stato possibile che una piccola armata come il gruppo Wagner abbia attraversato il paese indisturbato fino ad arrivare quasi alle porte di Mosca. Nella tv russa, conclude Mikhelidze, si è detto chiaramente che la Russia ha avuto un colpo alla sua reputazione. 

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