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Crisi Russia, Alessandro Orsini lancia l'allarme nucleare e attacca la classe dirigente Ue

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La crisi scoppiata in queste ore in Russia sta mettendo di nuovo il mondo di fronte all'incubo nucleare. La classe dirigente europea sembra non rendersene conto e sottovaluta le conseguenze che potrebbe avere un rovesciamento traumatico del regime di Putin a Mosca. Per questo cerca di richiamare l'attenzione, il prof. Alessandro Orsini, ordinario di Sociologia del terrorismo e direttore dell’Osservatorio sulla Sicurezza Internazionale della LUISS di Roma. Orsini pubblica su Facebook un post in cui esprime tutte le sue perplessità sulla gestione della crisi da parte della classe dirigente europea che sarebbe incapace di tenere testa alle sfide poste dal conflitto in Ucraina.     

 

 

 

 

"Tutto ciò che di tragico accadrà alla Federazione russa avrà conseguenze tragiche per l'Unione europea - scrive il prof. Orsini sul suo account Facebook - Se in Russia scoppiasse una guerra civile, che causi un danno di 1000 alla Russia, l'Unione Europea riceverebbe un danno di 1000 - scrive Orsini su Facebook - Se l'esercito russo subisse un danno pari a 1000 in Ucraina, l'Unione europea subirebbe un danno della stessa entità. La classe dirigente europea, essendo completamente corrotta, concepisce la guerra con la Russia in base agli schemi cognitivi dei tempi di Napoleone. Non si rende conto che 6.000 testate nucleari hanno cambiato il futuro delle guerre combattute dalle grandi potenze. Il problema nasce dal fatto che è la prima volta che l'Europa combatte una guerra contro la Russia nucleare. L'Europa ha combattuto in passato contro la Russia ma è accaduto prima dell'avvento delle armi nucleari. Essere una classe dirigente fallita significa interpretare il mondo secondo schemi mentali non al passo con il mutamento tecnologico. Avanzi l'Italia, avanzi la pace. Risorga il movimento pacifista"

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