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L'aria che tira, Cerno accende lo studio: "Kapò? Schulz esiste per quella frase"

Luca De Lellis
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Il ricordo della vita e delle opere di Silvio Berlusconi, in Germania, è legato soprattutto a un momento. E con la sua morte diverse televisioni tedesche sono andate a riscovare quel reperto archeologico. Stiamo parlando della frase che il Cavaliere pronunciò all’Europarlamento nel 2003 rivolgendosi all’allora capogruppo dei socialisti Martin Schulz: “In Italia stanno preparando un film sui campi di concentramento nazisti, la proporrò per il ruolo di kapò, lei è perfetto!”. Un’uscita sarcastica che non fu propriamente apprezzata, e che l’ex eurodeputato tedesco non ha ancora archiviato: “Ogni morte è triste e deplorevole – ha ammesso in un’intervista –, ma per il resto la mia opinione sul bilancio politico di Berlusconi e sui pericoli connessi è ben nota”.

 

Durante la puntata di l’Aria Che Tira, programma di La7 andato in onda martedì 13 giugno sotto la conduzione di Myrta Merlino, Tommaso Cerno è tornato su quella scena cult della politica internazionale. “Quella frase è stata quella di un leader politico di fronte a un personaggio (Schulz, ndr) che non esisteva, e che grazie a quelle due parole gli ha regalato una carriera politica”. Il direttore de L’Identità rincara la dose: “Schulz esiste per quella frase, prima era uno qualunque”. Dallo studio arrivano segnali di dissenso evidenti, che si concretizzano in un “per favore, adesso non esageriamo”. Ma Cerno non si tira indietro, e pur essendo stato avversario politico di Berlusconi gli conferisce una dote non comune: quella di aver indirizzato la politica nella direzione del popolo, nonché di essere riuscito a creare un centrodestra che sopravvivrà a lui e che prima non esisteva.

 

Poi un’ultima battuta sulla questione Schulz: “Esisteva soltanto per chi passa la vita a fare politica, cioè per tutti quelli con cui Berlusconi ha deciso di non parlare in questi 30 anni”. Adesso, sostiene con convinzione Cerno, “in Italia uno così non c’è. Forse, non si sa quando, prima o poi nascerà un nuovo Silvio”. E la sua eredità maggiore “è quella di aver lasciato una coalizione ancora alla guida del Paese”. A quel punto la parola passa al vicedirettore de La Stampa Federico Geremicca, che contrasta la visione di Berlusconi come fondatore del bipolarismo in Italia: “Ha sicuramente fatto tante cose buone, ma se andiamo sulla politica dovremmo parlare di tutti i cattivi messaggi che ha lanciato sul fisco, sulla giustizia, sulle donne”. Cerno replica: “Io ho parlato di alternanza al governo quando prima governavano sempre gli stessi, non di bipolarismo”. Lo scontro si chiude con l’analisi di Geremicca: “Ha inventato l’alternanza perché c’era una legge elettorale che lo permetteva”.

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