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Vittorio Feltri inchioda odiatori e toghe rosse: "Ora parleranno tutti bene di Berlusconi"

Vittorio Feltri è stato il direttore del Giornale dopo l'uscita di Indro Montanelli e ricorda "Silvio Berlusconi come editore, più che politico", afferma il direttore editoriale di Libero intervenendo a RaiNews 24 in una giornata, lunedì 12 giugno, caratterizzata dalla notizia della scomparsa del Cavaliere. "Non solo non mi ha mai disturbato al telefono o fatto richieste, ma quando seppe che avevo più che raddoppiato le vendite del quotidiano mi fece un regalo pazzesco, il 7 per cento dell'azienda che includeva un palazzo di sette piani. Questo mi ha fatto diventare ricco e per questo sarò riconoscente a Berlusconi per tutta la vita", spiega il giornalista, raccontando il suo rapporto con il presidente di Forza Italia. 

 

"Lo ricordo con gratitudine ma anche con nostalgia, perché ho avuto con lui un rapporto fraterno", spiega Feltri che poi affronta il tema della memoria del Cav: "Ora che Berlusconi è morto finalmente parleranno tutti bene di lui, perché l'hanno attaccato fino alla fine e gliene hanno combinate di tutti i colori". In primis i magistrati, afferma il direttore: "I suoi nemici più accaniti sono stati quelli della magistratura che hanno fatto di tutto per abbatterlo ma non ci sono riusciti - conclude Feltri - perché Berlusconi ha vinto sempre tutte le sue battaglie da imprenditore, editore, con le televisioni, nel calcio, nel settore bancario, e nella politica".