Ucraina, lo scenario di Lucio Caracciolo: "Il vero obiettivo della controffensiva"
Il crollo della diga Kakhovka è un boomerang per la Russia. Mosca voleva colpire gli ucraini e invece si ritrova a dover fare i conti con mezzi distrutti e terreni persi. Oggi a commentare l'evoluzione del conflitto e a fare il punto sulle conseguenze, a livello strategico, del crollo della barriera che argina le acque del fiume Dnepr, è stato Lucio Caracciolo, direttore e fondatore del mensile Limes. Attraverso una lunga intervista a Il Fatto Quotidiano, l'esperto di geopolitica ha offerto una minuziosa analisi delle possibili prospettive verso cui si orienterà la guerra che sta dilaniando il cuore dell'Europa.
"L'acqua non basta per la centrale", incubo radiazioni dopo la distruzione della diga
Sulla partenza della controffensiva ucraina, Caracciolo ha reso chiaro che qualsiasi supposizione sarebbe poco corretta: "Non dobbiamo aspettarci un’operazione in senso classico. I rapporti di forza tra Ucraina e Russia in termini numerici sono tali da impedire la concentrazione di una massa di soldati sufficiente a sfondare il fronte russo e soprattutto, successivamente, a controllare i territori riconquistati. Gli ucraini hanno finora dimostrato fantasia e abilità tattica, ma sono consapevoli di questi dati e quindi sembrano orientati ad adottare la tattica delle “cento punture di spillo” e preludere a una sorpresa finale, anche molto rischiosa".
Video su questo argomento TMNewsIntelligence Ucraina: diga fatta saltare da "sabotatori russi"
Sulla tattica delle forze ucraine, l'esperto ha spiegato, con dovizia di particolari, che non sarà improvvisata: "Sarà basata su attacchi di commandos nei territori russi, con un effetto destabilizzante sotto il profilo psicologico. L’idea è di mostrare ai russi la possibilità che la guerra si estenda sul loro territorio. L'obiettivo finale è quello di destabilizzare la Crimea. La priorità per gli ucraini è la regione che da Zaporizhzhia porta in Crimea. Se riescono a scavalcare i russi metteranno in crisi Mosca. Per puntare a destabilizzarne il gioiello geopolitico: Sebastapoli".
In che modo, quindi, Kiev riuscirà a mettere in ginocchio il Cremlino? "Destabilizzare vuol dire rendere la vita impossibile ai russi in quell’area e in prospettiva tagliarne i collegamenti con la madre patria. Già oggi in Crimea arriva acqua inquinata". Caracciolo ha lanciato una profezia agghiacciante: "Se poi la Crimea fosse davvero allo stremo, per i russi si aprirebbero due alternative: o una umiliante resa, che forse lascerebbe loro il Donbass ma senza la Crimea; oppure il rilancio di una offensiva più ampia con una mobilitazione generale in Russia. Il passaggio dalla “operazione speciale” alla vera e propria guerra". Sul tema del possibile ingresso dell'Ucraina nella Nato, l'esperto è stato diretto: "Far aderire subito l’Ucraina alla Nato significa che noi oggi saremmo in guerra con la Russia: quel che gli Usa e molti europei non vogliono".