Concita De Gregorio molla la "papessa" Elly Schlein, ribaltone clamoroso
C'eravamo tanto amati. Sembra questo il titolo per raccontare la parabola nel rapporto tra Concita De Gregorio e Elly Schlein. Fino a qualche anno fa l'amore incondizionato. Il "voglio guardare il mondo attraverso i suoi occhi". Adesso, invece, tutto finito. Capitolo chiuso. Come dimostra l'editoriale pubblicato da La Stampa. Ma andiamo per ordine. De Gregorio la osannava, come dimostrano le parole pronunciate tre anni fa dalla giornalista nel salottino de Le Parole, il programma che Massimo Gramellini conduceva su Rai 3. «Elly Schlein, che è una giovane donna di 34 anni, è un po’ come la ricercatrice che hai presentato poco fa. Cioè è il mondo in cui vorrei vivere, gli occhi da cui vorrei vedere. L’Italia sarebbe meravigliosa se fosse popolata da persone come Elly. Non per le qualità ma per la normalità, per la naturalezza con cui fa le cose. Elly è normale perché è molto competente, cioè sa sempre di cosa parla. Ed è normale questo, no? Non trovate che sia normale? È molto sorridente, è molto gentile».
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Poi, però, finisce tutto. Così De Gregorio si sfoga nel suo recente articolo pubblicato su La Stampa. E prende le mosse anche dalla faida interna col governatore de Luca. “Schlein trionfa, alcuni fra i più scaltri tra i vecchi capicorrente – quasi tutti di rimpianta e indimenticata scuola democristiana – la vedono arrivare prima e le si mettono alle spalle nella speranza di essere poi ricompensati o comunque di dirigere, come sempre, la banda – nel senso della banda musicale. Schlein, però, sorride a tutti, prende volentieri imbarazzanti endorsement, noti come leggendari abbracci mortali, non è che puoi vincere avendo proprio tutti contro ma incassa e, infine, va da sé. Grande entusiasmo iniziale, successo nei sondaggi, primo mese di impennata di nuove iscrizioni, specie donne e giovani. Cinque stelle in difficoltà, il campo dell’opposizione del resto è quello: tutto secondo algoritmo. Nel secondo mese insorge qualche piccola criticità...". Ma la stoccata definitiva doveva ancora arrivare: “Schlein è figlia, per formazione e anagrafe, della tradizione dei movimenti, del dibattito stremante e collegiale, del confronto in assemblea territoriale - attacca Concita De Gregorio - Dal punto di vista del lessico padroneggia una serie di circonlocuzioni in uso appunto nei collettivi, frasi talmente generiche e larghe da contenere tutto e non dire niente. E’ quella che al convegno ascolti un’ora riempiendo il taccuino e poi non trovi il titolo…". Colpita e affondata.